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Questo articolo è stato pubblicato il 17 aprile 2012 alle ore 07:02.

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Salvati dall'export. La sentenza di assoluzione sta nei dati 2011 Cosmit/Federlegno che mostrano un aumento del 5,8% delle esportazioni della filiera del legnoarredo confortata da un +2,3% delle importazioni che mostra un saldo attivo dell'8,4 per cento. In più, c'è da notare un bel 10,4% dell'aumento dell'export sul fatturato del comparto.

Questi elementi scarni ma eloquenti, spiegano come mai il sistema del legno-arredo sia costretto a tenersi ben stretti i suoi mercati esteri. Anzi, i contatti "stranieri" vanno potenziati e le aziende, per la maggior parte di medie dimensioni, sostenute nelle loro strategie di sbarco all'estero, soprattutto dal punto di vista finanziario.

In particolare, i Bric sono al centro delle azioni di internazionalizzazione dell'intero sistema. Ma non solo. Ci sono anche aree del mondo in seppur lieve ripresa come le più tradizionali piazze europee e del Nord America.

Sugli Stati Uniti Federlegno arredo non molla certo la presa. Due anni fa insieme all'Ice tutto il sistema è sbarcato a New York polarizzando per una buona settimana l'attenzione degli operatori ma anche della gente comune. Un successo non solo per l'industria del mobile, quanto per lo stile italiano, a tutto campo, dal cibo all'abbigliamento al mobile e agli oggetti di design.

La premessa da fare è che i Paesi europei, in quanto a valore esportato reggono ancora la vetta della classifica: la Francia ha totalizzato quasi due miliardi, la Germania ha superato quota 1.535 miliardi, il Regno Unito è terzo con 868 milioni di export.

Ma non è un caso, però, che al quarto posto ci sia la Russia (802,98) con "appena" 81.477 tonnellate: i prodotti che finiscono in questa area consolidata tra i Paesi emergenti esprimono un valore maggiore in termini di export.

Cosmit, non a caso, ha riproposto lo scorso autunno a Mosca i Saloni World-Wide, con una partecipazione coordinata e strutturata dei nostri produttori del legno-arredo nell'ambito della Fiera locale, Crocus. Una presenza riconoscibile e precisa, un'offerta per un mercato che continua a premiare il made in Italy.

La Russia è cresciuta dell'11% rispetto al 2011, ma è solo l'epicentro del fenomeno perchè l'Ucraina non solo è cresciuta a due cifre, ma ha anche superato il tetto del 20% (per la precisione: 20,9%). Le aziende del made in Italy suggeriscono di sondare anche tutti gli altri Stati dell'ex Urss.

A quando uno sbarco "cinese"? La Cina per il legno-arredo è un'area con un enorme potenziale nel quale bisognerà entrare, però, con grande cautela. Nel 2011 ha totalizzato "solo" 200 milioni di euro di export, ma il made in Italy è molto apprezzato. Iniziative di sostegno non potranno che essere utili a diffondere questo valore aggiunto. Strategica sarà la scelta della località cinese in cui concretizzare l'evento.

Per il Brasile, Paese leader dell'America Latina con una forte cultura di design e competenze tecniche nel settore, il problema principale è la barriera doganale. Il protezionismo del Brasile è leggendario, per sbloccare la situazione fervono i contatti diplomatici.

Infine, l'India. Paese dalla grande cultura del mobile, raffinata, con una storia artigianale antichissima. Per i nostri del legno-arredo, una sfida, per unanime valutazione, tutta da sperimentare.

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