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Questo articolo è stato pubblicato il 25 aprile 2012 alle ore 07:00.

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«La merce è come l'acqua: quando trova una strada, poi scava e la allarga». Marina Monassi, presidente dell'Autorità portuale di Trieste, sintetizza con questa similitudine la crescita, sulle banchine dello scalo giuliano, del traffico di rotabili trasportato con le autostrade del mare. Una movimentazione che ha la caratteristica, rara per le merci che sbarcano nei porti italiani, di collegarsi direttamente col cuore dell'Europa.

Negli ultimi anni il fenomeno, anche dopo la crisi globale innescatasi nel 2008, si è accresciuto; e lo scalo di Trieste è diventato un efficace punto di snodo per le merci provenienti soprattutto dalla Turchia. Merci che, una volta arrivate via traghetto sulle banchine, ripartono verso Salisburgo, la Germania, Praga e la Slovacchia; in parte proseguendo su gomma, in parte caricate su speciali treni ro-la (da rollende autobahn, cioè autostrada viaggiante) capaci di ospitare sia rimorchio che motrice. Due i terminal protagonisti di questo traffico: sul molo VI il gruppo Parisi con la Europa multipurpose terminal srl e sulla riva traiana la Samer & company shipping srl. A supportare la movimentazione c'è poi Alpe Adria, operatore logistico partecipato, con quote paritarie del 33,3%, da Autorità portuale di Trieste, Regione Friuli Venezia Giulia e Trenitalia.

Nei giorni scorsi, inoltre, spiega la Monassi, «abbiamo fatto uscire dallo stato di liquidazione e riattivato Adriafer, srl al 100% della port Authority, alla quale abbiamo conferito la possibilità di svolgere l'attività di manovra ferroviaria all'interno dell'intera circoscrizione portuale. Una scelta che consentirà alla società di servire tutti i terminal. Al di là delle manovre sulle banchine, comunque, oltre al supporto di Alpe Adria, stiamo dando la massima collaborazione a Rail Cargo Austria (Rca)».

In effetti, nel 2011 il traffico di rotabili con la Turchia ha toccato, tra imbarchi e sbarchi, gli 11,6 milioni di tonnellate (contro i 10,7 del 2010), con un numero di camion movimentati pari ad oltre 215mila (202mila nel 2010). In particolare, per quanto attiene al traffico ro-la, nel 2011 sono stati computati 809 treni e 15.534 camion sulla tratta Salisburgo-Trieste (contro 790 e 15.269 del 2010) e 811 treni e 14.298 camion sulla Trieste-Salisburgo (erano 787 e 13.608 nel 2010).

«Siamo stati il primo porto italiano - prosegue la Monassi - a partire con i servizi ro-la, creando delle vere autostrade del mare. E il commercio con la Turchia è stata una fortunata intuizione di Dario Samer (patron del gruppo omonimo, ndr) che poi si è sviluppata nel tempo, anche grazie al punto franco del porto triestino».

Secondo la Monassi, peraltro, i collegamenti con la Turchia sono destinati a crescere ancora. «Abbiamo recentemente autorizzato lavori di ristrutturazione del terminal gestito da Parisi, che hanno consentito all'operatore di abbattere vecchi magazzini e creare più spazio in banchina. Abbiamo stretto accordi con le ferrovie austriache e con Trenitalia. Inoltre, abbiamo avviato lavori di manutenzione sul parco ferroviario dello scalo, nonostante la "coperta" delle risorse sia davvero corta, visto che l'autonomia finanziaria dei porti ancora non esiste. Del resto, uno dei punti su cui abbiamo deciso di battere è proprio il raccordo tra lo sbarco delle merci e la ferrovia».
R.d.F.

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