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Questo articolo è stato pubblicato il 25 aprile 2012 alle ore 10:01.

Otto centrali di raccolta, 68 tra pozzi produttivi e destinati ad altro uso, due concessioni di stoccaggio, 32 permessi di ricerca. E nel 2011, 17 milioni ai Comuni sede di estrazione e 65,6 milioni alla Regione.
Numeri, numeri e numeri che uniscono le coscienze di tutti i lucani secondo i quali le compagnie si arricchiscono. Persino il Governatore Vito De Filippo reclama a gran voce la necessità di rivedere le intese tra Stato e compagnie petrolifere dalle quali la Regione è finora stata esclusa.

Lo Stato tra accise e Iva nel 2010 (ultimo dato utile e secondo una stima della Regione Basilicata) ha incassato 1,6 miliardi e se la produzione di Eni e Total arrivasse complessivamente intorno ai 180mila barili al giorno contro gli attuali 85mila circa della sola Eni, vedrebbe lievitare l'incasso a 3,5 miliardi all'anno.

Il meccanismo prevede che il 3% della produzione prenda la forma di bonus benzina indistintamente per tutti i lucani e il 7% vada invece alla Regione. Di questo 7%, il 15% va ai Comuni che ospitano le compagnie, sulla base del numero di pozzi e l'85% che resta alla Regione viene distribuito, sotto forma di impegni di spesa in bilancio, tra tutti i Comuni.

Ancora numeri, numeri e numeri, che in questo caso dividono le coscienze dei lucani. Chi ospita le trivelle grida infatti all'improvvisa ricchezza, chi ne è escluso urla alle briciole che ricadono sul territorio. O all'ambiente devastato. Difficile dare torto agli uni. Quasi impossibile incolpare gli altri.

Antonio Gallicchio è il sindaco uscente di Calvello (Potenza), paese di 2mila abitanti che andrà al voto il 6 maggio. È stato eletto in una lista civica del centrodestra. «Il mio dovere – spiega – è fare controlli ambientali e utilizzare bene le royalties. In cinque anni abbiamo ottenuto nove milioni che hanno cambiato volto al bilancio».

Con i milioni del petrolio il Comune di Calvello è intervenuto sul potere d'acquisto delle famiglie, delle imprese, sulle politiche occupazionali ma soprattutto su quelle sociali. In cinque anni il Comune ha creato 40 posti di lavoro part-time nella casa di riposo, nel centro diurno per disabili e nell'asilo nido. Sono nate 40 aziende nuove e la disoccupazione è diminuita da 300 a 270 disoccupati. «Con l'occupazione - spiega Gallicchio – si crea la mentalità del lavoro. Da noi invece c'è la cultura dell'assistenzialismo».

Ma gli assunti sono pochi o tanti? E i soldi che incassa sono pepite o briciole? «L'estrazione porta poca occupazione – spiega Gallicchio – non è la Fiat, è a basso impatto occupazionale. Non mi pongo proprio il problema se i soldi sono tanti o pochi: è un volano che genera altra ricchezza. A regime prenderemo sei milioni all'anno: se non so gestirne sei non saprò mai gestirne neppure 60».

Rossella Quinto dal 2009 è il sindaco di Acerenza, 2.595 abitanti in provincia di Potenza, eletta in una lista civica. Con i colleghi sindaci dell'Alto Bradano e con il Comune pugliese di Spinazzola, anch'esso potenzialmente interessato alle perforazioni, lo scorso anno è stata (ri)contattata dalla società petrolifera texana Aleanna Resources Llc di San Antonio. Ad Acerenza il primo pozzo esplorativo risale al '39. La sua visione abbraccia ambiente e mancate ricadute economiche. «I sindaci che hanno i pozzi beneficiano di un ristoro economico – afferma Quinto – che non va a compensare il danno ambientale. Non vediamo il petrolio come fonte di ricchezza. Noi, che non abbiamo dato il via libera alle perforazioni, abbiamo solo il danno ambientale».

Dall'ambiente alle politiche economiche e infrastrutturali il passo è breve. «La strategia regionale è totalmente deficitaria – spiega Quinto – perché le risorse incassate dovrebbero essere spalmate in termini di infrastrutture per tutti e questo non avviene. Abbiamo una viabilità ridotta ai minimi termini e le aziende che già esistono hanno difficoltà a operare».

Sempre più sindaci, anche in Campania nelle zone limitrofe alla Basilicata potenzialmente interessate dalle ricerche, sposano la causa ambientalista che Quinto incarna. Il 13 marzo nell'auditorium comunale di Atena Lucana (Salerno) si è tenuto un incontro organizzato dal comitato "No al petrolio" al quale hanno preso parte non solo amministratori e cittadini dei comuni del Vallo di Diano interessati dal progetto "Monte Cavallo" della Shell. Il sindaco di Brienza (Potenza) Pasquale Scelzo, ha affermato chiaro e tondo che «le attese che avevamo sono state disilluse e la chimera della card benzina, per i nostri cittadini, non è che un'elemosina».
Petrolio, ambiente e ricchezza: la scommessa della Basilicata è racchiusa in tre sole parole.

http://robertogalullo.blog.ilsole24ore.com

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