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Questo articolo è stato pubblicato il 23 maggio 2012 alle ore 10:19.

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Villette, condomini e roulotte. Aziende, capannoni, attività commerciali e roulotte. È monotono il paesaggio del cosiddetto cratere del sisma – o, guardandolo con occhi ottimisti – il cratere della ricostruzione. Il ricordo di quel "frullatore", che il 6 aprile 2009 colpì L'Aquila e altri 56 comuni causando 308 morti e 1.600 feriti, spinge molti cittadini ad avere una casa di scorta. Meglio se in grado di muoversi, come una roulotte. Chi può la tiene nel piazzale di casa, nell'area condominiale, nel parcheggio dell'attività lavorativa, pronta ad essere messa in moto o ad ospitare (sia mai) chi una scossa devastante l'ha già vissuta sulla propria pelle.

Se L'Aquila a poco più di tre anni dal terremoto è una città moribonda, gli altri comuni colpiti non se la passano meglio. Una ferita si aggiunge all'altra. Barisciano – che all'ingresso ti accoglie con un saluto alla Regione Piemonte per la solidarietà dimostrata – quelle ferite è costrette a leccarsele. Questo paese di 1.788 abitanti a 18 km dall'Aquila è destinato a ospitare stoccaggio provvisorio, trattamento e smaltimento dei rifiuti derivanti dal crollo degli edifici pubblici. Un'opera immane che alla Regione costerà 5 milioni e tanti rischi per la salute «visto che la tratta Pescara-L'Aquila – dice il consigliere comunale di minoranza Walter Salvatore – sarà attraversata ogni giorno da un centinaio di autocarri colmi di macerie che si inerpicheranno sulla salita lunga 8 km che dal bivio di San Gregorio conduce fino al nuovo "centro benessere comunale" di Barisciano».

L'area di quattro ettari che ospiterà le macerie e che Salvatore ironicamente battezza "centro benessere", ufficialmente si chiama "polo tecnologico" anche se di tecnologico ha poco o nulla. «L'analogo polo realizzato in Umbria – dichiara Salvatore – ha ancora in giacenza quasi tutte le macerie conferite in quanto il materiale derivante dalle varie lavorazioni arriva sul mercato a un costo poco conveniente e quindi di nessun interesse per le imprese che preferiscono rivolgersi al mercato, dove spuntano prezzi più competitivi». Se Barisciano è alle prese con ferite aperte – ma lo stesso vale per tutta l'area del cratere – è L'Aquila quella che non trova pace ed è all'Aquila che le ferite rischiano di diventare mortali. Nonostante i soldi. Quelli necessari – 5,2 miliardi sui complessivi 6,6 stimati nei Piani di Ricostruzione adottati, per un arco temporale di dieci anni – e quelli subito a disposizione, che sono comunque tanti anche se nessuno sa esattamente la cifra (secondo il Governatore Chiodi finora all'Aquila sono stati spesi 800 milioni e 1,2 miliardi sono a disposizione). Non a caso la battaglia per il rinnovo del consiglio comunale – che ha visto confermato nella carica di sindaco Massimo Cialente – non è stata sul quantum, ma su un'idea (vaga) di ricostruzione e di rinascita. «Usciamo da tre anni difficili nei quali siamo stati quasi occupati militarmente dalle strutture commissariali – dice Cialente – e ora siamo pronti a rimettere in campo tutta la nostra volontà per la ricostruzione della città».

I soldi ci sono, ribadisce anche Giovanni Frattale, presidente dell'Ance (l'Associazione dei costruttori edili) provinciale. «A noi non interessa che vengano stanziati 800 milioni o un miliardo all'anno – spiega nella sede di Confindustria Abruzzo – ma che possiamo essere messi nella condizione di spenderli. La burocrazia locale inceppa il meccanismo di spesa, la cui governance è rappresentata da almeno 20 organismi con oltre 100 persone. Se avesse davanti un quadro sinottico impiegherebbe dai quattro ai sei mesi per capire da chi e dove andare per presentare o far camminare le pratiche». L'esperienza non difetta a Frattale. «Ho lavorato in Friuli-Venezia Giulia dopo il sisma – racconta – e lì oggi chiedevi e il giorno dopo ottenevi. Qui non sappiamo neppure chi e come sostituirà le strutture commissariali».

La necessità di far presto e bene incombe: restano infatti da visionare entro giugno migliaia di pratiche in attesa di autorizzazione ai contributi per la ricostruzione privata. «Da settembre – conclude Frattale – noi siamo pronti a far partire 300 cantieri per un miliardo di lavori già stanziato». I soldi non sono un problema e lo sa anche il ministro per la Coesione sociale, Fabrizio Barca, che qui per la sua coerenza e per l'impegno ha convinto tutti e ha preso il posto (nel cuore di molti aquilani) dell'ex Capo della protezione civile Guido Bertolaso e che oggi sarà sentito in Commissione Bilancio del Senato per fare il punto sui finanziamenti per la ricostruzione.

http://robertogalullo.blog.ilsole24ore.com

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