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Questo articolo è stato pubblicato il 23 maggio 2012 alle ore 10:25.

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Nessuna impresa all'Aquila e provincia ha abbandonato la regione. Chi ha chiuso o si è trasferito sono gli esercizi commerciali o alcune attività alberghiere che ancora attendono risposte e che sono tra le più esposte al pressapochismo della politica che promette e non mantiene o lo fa con ritardi intollerabili. «Dove sono finiti i 18 milioni che sarebbero serviti a coprire tutti gli anticipi fino a dicembre 2011 e tutti i saldi del 2010?» chiede Federalberghi Confcommercio alla Regione, in relazione al pagamento delle strutture che hanno ospitato e tuttora ospitano molti terremotati aquilani.

La Regione non è solo matrigna ma anche madre. A lei si deve la decisione di sposare – poco prima del terremoto – il progetto, spinto da Confindustria, dei poli di innovazione, strumenti di sviluppo industriale che aggregano imprese, università e centri di ricerca. Ne sono nati otto: automotive, agroalimentare, Ict, edilizia, servizi avanzati, tessile-abbigliamento-calzaturiero, turismo ed economia sociale. Raggruppano circa 700 imprese. Poco più di un mese fa ne sono stati riconosciuti altri tre: chimico-farmaceutico, energia e mobili-arredamenti mentre altri due nasceranno ma non sono ancora state individuate le tipologie.

Complessivamente le cinque nuove reti dovrebbero aggregare altre 300 imprese. «L'innovazione rappresenta un elemento fondamentale per accettare le sfide con spirito costruttivo – afferma l'assessore regionale allo Sviluppo economico Alfredo Castiglione – e proprio per questo assume particolare importanza il consolidamento dei poli esistenti e la nascita dei nuovi. Solo quelle imprese e quei territori che saranno capaci di evolversi adattandosi al cambiamento e proporre soluzioni per uscire dalla crisi possono avere l'ambizione di essere competitivi».

Sulla carta il ragionamento non fa una grinza. Quanto alle risorse un calcolo aggiornato del Sole-24 Ore quantifica in 234.613.000 i fondi a disposizione per la politica industriale. I soldi da bandi già pubblicati sono 44 milioni e quelli da bandi in corso di pubblicazione sono 95. I finanziamenti dai Fas (Fondi per le aree sottoutilizzate) sono in due tranche: la prima è di 46.503.000, la seconda di 49.110.000.

I soldi non sono "il" problema, semmai "un" problema. Gli ostacoli sono altrove come ricorda il presidente di Confindustria Abruzzo, Mauro Angelucci, che in una lettera spedita il 4 maggio all'assessore Castiglione ricorda, ad esempio, la lunga attesa «per le linee guida per la rendicontazione dei poli di innovazione. Si tratta di un ritardo grave per un atto dovuto e importantissimo perché senza di esso non è possibile qualsiasi iniziativa dei poli e la sua mancanza ne mette a vero rischio la loro stessa possibilità di esistenza».
Già, ancora burocrazia e politica.

http://robertogalullo.blog.ilsole24ore.com

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