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Questo articolo è stato pubblicato il 31 maggio 2012 alle ore 19:01.

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«Nei primi mesi di quest'anno, la crescita di Swatch Group è stata a doppia cifra, confermando il trend del 2011. Certo, vista la crisi, non avremo i risultati record dei passati 12 mesi, ma il nostro obiettivo di crescita di fatturato è di avvicinarci il più possibile al 10%, non lontani, quindi, dagli 8 miliardi di Franchi Svizzeri».

A parlare, col suo immancabile sigaro tra le dita, è Nick Hayek, Ceo di Swatch Group, che non manca di dispensare numeri e previsioni in maniera quanto mai diretta, e con la semplicità sottolineata anche dal suo stile sbarazzino, fatto di jeans e maglione con le maniche arrotolate sugli avambracci. «La mia missione è doppia, - prosegue Hayek - la prima è di motivare sul campo le persone che lavorano per noi. Non bisogna guardare direttamente alla capitalizzazione in Borsa, ma questa dev'essere una diretta conseguenza di una strategia di lungo termine. Per fare un esempio concreto, il nostro gruppo deposita un brevetto ogni due giorni. Vale a dire che per noi l'importante è la crescita interna e non quella che avviene tramite acquisizioni. Ciò si ottiene investendo sui dipendenti e, di conseguenza, sui prodotti e sui marchi».

Infatti, la crescita di fatturato in seno a Swatch Group non è omogenea tra marchi, come spiega Nick Hayek: «Generalizzando, il segmento del lusso è quello più soggetto a cicliche sofferenze. Nel 2008 e 2009 c'è stato un vero e proprio crollo quantificabile tra il 30 e il 40%. A contrastare questa défaillance ci hanno pensato marchi come Omega, Longines e Tissot, storicamente costanti nella loro crescita, come accade in Cina, dove rispettivamente hanno fatto segnare un +20%, +40% e +58%. Risultati quasi incredibili, che hanno un motivo d'essere: la classe media, in Cina, sta crescendo numericamente sempre più, aprendosi nei confronti dei nostri marchi per così dire "di mezzo".

Se anche il lusso crescesse con questa costanza, saremmo felicissimi, ma i tempi non sono ancora maturi». Lo sono invece per gli investimenti, dove Swatch Group non si è mai tirata indietro, tantomeno quest'anno, con un dato sorprendente: «Investiamo tra i 150 e i 200 milioni di franchi l'anno, per rendere più efficienti le fabbriche esistenti, rinnovando le macchine e creando nuovi siti, che iniziano la loro produzione con tecnologie all'avanguardia, com'è il caso dei processi di produzione degli Swatch Touch. L'obiettivo è, chiaramente, quello di far crescere la produzione e, conseguentemente, i profitti. Per questo, eccezionalmente, nel 2012 gli investimenti toccheranno quota 500 milioni, grazie anche all'apertura di nuovi negozi e boutique. La previsione, invece, per quel che riguarda i nuovi impieghi, è tra le 500 e le 1000 unità. Di questo trend fa parte anche l'Italia, dove ci saranno decine di persone in più in organico e, soprattutto una crescita di fatturato che dovrebbe attestarsi tra il 5 e il 10%».

Ma, come ha sottolineato Nick Hayek, non sono solo i numeri quelli che contano. Lo sport in generale rappresenta una delle sue più grandi passioni e, per questo, non lo ha solo abbracciato sponsorizzando le Olimpiadi, non ultime quelle di Londra, ma ha voluto fortemente creare una nuova specialità con il supporto di Omega: quella del monobob. «Ci attraeva l'idea che il monobob, come suggerisce il nome, venisse condotto da una sola persona. Questo tipo di sport è particolarmente interessante in quanto favorisce la crescita di giovani atleti nell'ambito degli sport invernali, perché più facile da praticare, da apprendere e soprattutto economicamente più accessibile rispetto al bob a due o a quattro, che richiede la presenza di un team e quindi di investimenti cospicui.

Siamo già a uno step avanzato, nel quale testiamo le telecamere a bordo che non solo permettono di vedere la discesa in soggettiva, ma anche di trasmettere i dati agli spettatori, come la velocità e la G-force, tutto in tempo reale. Sarei molto felice di vedere, nel 2022, il monobob diventare sport olimpico». Olimpiadi, un tema caro a Swatch Group e a Omega in particolare, che quest'anno si appresta a festeggiare gli 80 anni di partnership e, soprattutto, un dejà vu: Londra 1948 - Londra 2012. «La storia si ripete, - racconta Hayek - Omega fu protagonista allora e lo sarà anche quest'anno: l'organizzazione è perfetta, e siamo felici di essere di nuovo, come 64 anni fa, sui campi di gara della capitale britannica.

Omega investirà circa 100 milioni di franchi svizzeri (83,3 milioni di euro circa) in una campagna autentica e forte, sulla quale puntiamo al 100%. Le Olimpiadi rappresentano il non plus ultra, l'espressione massima dell'atletica e, quindi, dovremo legarci sempre più a quest'evento senza pari, per accrescere ulteriormente il brand awareness. Non ci aspettiamo un impatto immediato sulle vendite, ma nel medio termine, questo arriverà, ne sono sicuro».

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