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Questo articolo è stato pubblicato il 03 giugno 2012 alle ore 10:48.

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L'amministratore delegate delle Fs, Mauro Moretti (Ansa)L'amministratore delegate delle Fs, Mauro Moretti (Ansa)

I contratti non erano blindati, ma erano frutto di negoziazioni con le Regioni sulla base del catalogo. Certo è che un taglio di sei anni con 18 miliardi di portafoglio non è piacevole, specie in un momento in cui la competizione è europea contro Sncf e Db. Peraltro, appare in controtendenza rispetto all'Europa la politica di sussidi alla gomma: il contributo al treno è mediamente di 10,8 centesimi senza ammortamenti per passeggero-chilometro contro i 17,2 della gomma e gli oltre 20 che ricevono in Germania e Francia i nostri competitor. Aggiungiamo che i fondi per acquistare servizi sono scesi dai 1.800 milioni di due anni fa ai 1.600 dello scorso anno a 1.200 quest'anno. Si rischia di fare gare senza fondi sufficienti. Quella formula 6+6 serviva a garantire le condizioni per finanziare un investimento in materiale rotabile che ora non farà nessuno.

La prima gara sarà quella dell'Emilia Romagna. Come vi presenterete? Da soli? Alleati con una società regionale come avete fatto in Lombardia con Trenord? O pensate a una società del Nord, come vi suggerisce Trenord?
Una società per il Nord, espandendo Trenord, non ha senso, perché in questo mercato le scelte sono su scala regionale. Abbiamo già un consorzio con le ferrovie emiliane e credo che dove esistono esperienze regionali sia giusto farle crescere. Questo non risponde solo a un calcolo, ma anche a una strategia. Articoliamo le nostre risorse e facciamo germogliare nuove realtà imprenditoriali anche per coprire una carenza di imprese grandi. Trenord in fondo è la seconda impresa italiana e questa articolazione potrà aiutarci anche nel processo di internazionalizzazione.

Voi siete entrati nel mercato regionale tedesco con l'acquisizione di Arriva Deutschland, ora Netinera. Come sta andando?
Cresciamo, abbiamo una quota del 6% del mercato di ferrovia e bus. La conferma che la nostra strategia di internazionalizzazione è giusta. Vale per il trasporto regionale, per quello di lunga percorrenza e ovviamente per le merci, dove Tx Logistics ha rafforzato la presenza in Germania con una crescita del fatturato del 340% in cinque anni e ora sarà una delle leve per espandere ancora la nostra azione, soprattutto verso la Polonia. Avremo bisogno però di nuove alleanze.

Altre acquisizioni in vista?
Quando è possibile sì, ma anche semplicemente partnership, magari con un grande soggetto mondiale, non europeo.

Ci sono contatti in corso?
È prematuro parlarne.

C'è un progetto Moretti per la societarizzazione o per la quotazione in borsa di Fs o dell'Alta velocità?
Non c'è nessun progetto nel senso che il Governo non me l'ha chiesto e queste decisioni spettano all'azionista. Noi abbiamo fatto, però, tutto quello che è necessario e strumentale a un eventuale progetto di questo tipo. Per la struttura contabile ci siamo adeguati agli standard internazionale Ias, vincendo lo scorso anno anche l'oscar di bilancio. Per la governance, le articolazioni di business sono già proiettati in società. L'aspetto più critico, che induce a una valutazione sull'operazione, resta il debito pregresso. Quello che però era importante dimostrare è che anche un'azienda controllata dallo Stato può avere un'Ebitda del 22% e conti oggi migliori dei concorrenti francese e tedesco.

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