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Questo articolo è stato pubblicato il 05 giugno 2012 alle ore 13:04.

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Le Olimpiadi di Londra, ovvero come fare di necessità virtù. Nel 2005, quando la capitale britannica fu scelta come sede per i Giochi battendo la favorita Parigi, la crisi non si era ancora palesata. Ma poi è scoppiata. «Se avessimo saputo allora cosa sarebbe successo poi, quasi certamente non ci saremmo candidati», disse nel 2008 Tessa Jowell, ministro per le Olimpiadi. Ora che mancano poche settimane alla cerimonia di apertura, la Gran Bretagna è ufficialmente in recessione e le previsioni non sono rosee.

Le autorità hanno deciso però di cogliere l'occasione per mostrare al mondo, come ha detto il premier David Cameron, «cosa riusciamo a fare anche in questi tempi difficili». D'altronde è una tradizione qui: le ultime Olimpiadi londinesi furono quelle del 1948, all'insegna dell'austeritá, in una capitale ancora devastata dalla guerra.

La grande scommessa di Londra è quindi quella di fare molto con poco: organizzare Olimpiadi memorabili, efficienti e di grande successo con soli 9,3 miliardi di sterline , una frazione dei soldi spesi da Pechino. Non solo: l'obiettivo dichiarato è ottenere benefici tangibili e di lungo termine, sia per il business made in Britain sia per il turismo non solo nella capitale ma anche nel resto del Paese.

«Abbiamo calcolato che i ricavi dal turismo, prima, durante e dopo i Giochi saranno intorno ai 2 miliardi di sterline e i benefici economici per il Paese ammonteranno ad almeno dieci miliardi» afferma Sir Charles Allen, presidente del London 2012 London and Regions Group, che ha il compito di spalmare gli effetti delle Olimpiadi su tutto il territorio. In questi giorni, per esempio, la torcia con la fiamma olimpica sta compiendo il suo periplo di 13mila chilometri passando per tutto il Paese, e le associazioni turistiche locali hanno giá registrato un effetto positivo, con un aumento di prenotazioni e ricerche online subito dopo il passaggio della fiaccola.

L'effetto Olimpiadi però inevitabilmente toccherà soprattutto Londra. Il ministero dei Trasporti prevede l'arrivo di 500mila persone dall'estero, oltre ai 70mila tra atleti, allenatori e dignitari stranieri. I voli per la capitale prenotati tramite le agenzie di viaggi sono aumentati del 13% rispetto allo scorso anno. Il 26 luglio, il giorno prima della cerimonia di apertura, è previsto un incremento degli arrivi del 72 per cento.

Secondo uno studio dell'agenzia di rating Moody's, però, le Olimpiadi portano turisti "poveri" a scapito dei business traveller, quindi in termini economici «l'impatto sul turismo sarà positivo ma molto meno di quanto indica il numero di arrivi previsti».

Altri temono che le folle e gli aumenti dei prezzi possano essere un deterrente, anche se le 110mila stanze d'albergo della capitale sono "fully booked". Secondo Visit Britain, però, l'effetto positivo dei Giochi porterá a un incremento degli arrivi dall'estero sul lungo termine, ben oltre la cerimonia di chiusura.

In realtà sembra che molti vicini di casa europei, che sono visitatori frequenti, staranno alla larga da Londra per evitare il caos olimpico: gli arrivi previsti dall'Italia in luglio e agosto, per esempio, sono in calo del 25% rispetto al 2011. In forte aumento invece gli arrivi da più lontano: per americani, russi, indiani e cinesi i Giochi sono un'occasione per visitare la Gran Bretagna. Gli arrivi previsti dal Brasile, che ospiterà le Olimpiadi del 2016, sono balzati dell'83 per cento.

Secondo un sondaggio condotto da Deloitte, la campagna di informazione promossa dal Comitato Olimpico ha avuto grande successo e tre asiatici su quattro identificano Londra con le Olimpiadi. L'80% di indiani e cinesi e il 50% degli americani sono piú interessati alla Gran Bretagna e piú disposti a visitarla in seguito alla pubblicità sui Giochi, confermando la speranza che gli effetti benefici sul turismo saranno duraturi. «La Gran Bretagna è sempre stata una destinazione molto richiesta, ma Londra 2012 dará al turismo un bello stimolo – spiega Simon Oaten, direttore di Deloitte –. Le Olimpiadi regalano a Londra un'opportunità unica, un vero vantaggio competitivo sugli altri Paesi».

Il 2012 si prospetta come anno mirabilis per la Gran Bretagna: oltre alla pubblicità globale generata dai Giochi, i grandi festeggiamenti dei giorni scorsi per celebrare i 60 anni di regno di Elisabetta II, il cosiddetto Diamond Jubilee) sono stati trasmessi in tutto il mondo e porteranno sicuramente a un incremento dell'interesse e del turismo straniero. Dopo tutto, le Olimpiadi vanno e vengono, ma la monarchia resta.

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