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Questo articolo è stato pubblicato il 27 giugno 2012 alle ore 09:15.

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Prima del 20 maggio le preoccupazioni delle banche in Emilia-Romagna erano quelle del resto del paese, ormai ufficialmente in recessione. Nel 2011 i prestiti bancari erano diminuiti dello 0,3%, a marzo 2012 del 2,5%, e, nonostante i risultati positivi dello scorso anno (+1,8%), anche i finanziamenti alle famiglie, tra credito al consumo e mutui, a marzo scorso, hanno subìto un rallentamento, dello 0,8 per cento.

Dopo le scosse che hanno sbriciolato chiese e palazzi storici, distrutto capannoni e bloccato interi distretti produttivi tra Modena, Ferrara, Bologna e Reggio Emilia, la "musica" è cambiata. A parte il danno "fisico" al sistema finanziario locale, 145 sportelli, secondo Bankitalia, un terzo dei quali danneggiati, il nemico da sconfiggere ora è la burocrazia.
L'immagine del direttore di banca che incontra i suoi clienti nell'ufficio allestito in una roulotte è forse la più evocativa: «Noi – sostengono all'unisono alcuni dirigenti di istituti bancari – vogliamo continuare a essere banca del territorio e quindi restiamo sul posto con la nostra gente, ma la burocrazia non deve allungare i tempi, altrimenti la ricostruzione sarà difficile».

Bankitalia ha calcolato che a marzo 2012, nell'area poi colpita dal sisma, le banche avevano erogato 9,3 miliardi di euro a favore delle imprese. In attesa delle stime precise dei danni nelle province colpite, gli istituti di credito stanno studiando, assieme alle istituzioni, alcuni provvedimenti sul modello di quelli adottati per il terremoto in Abruzzo, anche attraverso erogazioni di fondi a 10/20 anni a tasso zero. «Il sistema bancario – ha detto il direttore di Bankitalia Bologna, Francesco Trimarchi - sta lavorando nella direzione di sterilizzare le scadenze di chi ha avuto moratorie: vogliamo fermare l'orologio degli scaduti per non penalizzare» l'area colpita. Oltre agli interventi già annunciati da Abi, «si dovrà aggiungere «un plafond di oltre un miliardo di euro di risorse aggiuntive» specifico per le imprese.

Banca Popolare dell'Emilia-Romagna, che prima delle scosse registrava impieghi per 500 milioni, l'1% del totale, ha già stanziato 200 milioni per interventi che vanno dalla sospensione del pagamento delle rate dei mutui all'erogazione di finanziamenti agevolati.

«Ci impegniamo in operazioni ponte per fare in modo che ci sia continuità nell'erogazione del credito anche attraverso un "mix" di interventi da studiare assieme alle istituzioni – ha assicurato l'ad Luigi Odorici – Tutto il sistema deve ragionare in modo molto pragmatico, chiarire dove si può ricostruire e di quale tipo di copertura finanziaria c'è bisogno. Per tutto questo non ci può essere spazio per la burocrazia». «La situazione peggiorerà, perché aumenteranno le richieste di liquidità dalle imprese che avranno bisogno di risorse per necessità immediate, per ripristinare le strutture danneggiate e garantire la continuità lavorativa», spiega Adriano Maestri, direttore regionale di Carisbo che, assieme Banca Cr Firenze, ha realizzato gemellaggi tra le filiali più colpite sul territorio.

Se i gruppi solidi, per esempio nel distretto del biomedicale, possono contare sul supporto di altre aziende del settore e stanno già ricominciando a lavorare anche attraverso delocalizzazioni temporaneamente, per le centinaia di piccole imprese il futuro è sicuramente più incerto. «La situazione non era brillante e nei primi mesi del 2012 si registravano già rallentamenti a causa della stretta dei consumi e della prudenza negli investimenti. La situazione peggiorerà nei prossimi mesi: la catena di solidarietà di queste settimane è stata straordinaria, ma il resto del mondo sta andando avanti velocemente e la competizione non fa sconti» avverte Ivan Damiano, dg della Cassa di Risparmio di Cento, che ha messo a disposizione un primo plafond di 40 milioni per privati e imprese. «Ora con il terremoto i centri storici di diversi comuni sono chiusi e gli artigiani non avranno tante alternative».

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