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Questo articolo è stato pubblicato il 27 giugno 2012 alle ore 09:16.

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L'economista Patrizio Bianchi, assessore al Lavoro della RegioneL'economista Patrizio Bianchi, assessore al Lavoro della Regione

Se c'è una tendenza che la crisi si è incaricata di accelerare è quella della progressiva terziarizzazione della nostra economia. Vale per tutti i territori del sistema paese. In Emilia-Romagna, tuttavia, tale fenomeno assume dimensioni macroscopiche.

Mentre tra il 2007 e il 2010 le attività manifatturiere perdevano 35mila addetti, la ristorazione ne guadagnava 11mila, la sanità e l'assistenza sociale 4.500 circa, le professioni scientifiche e tecnologiche quasi 3mila, 2.500 il commercio.

Tecnologia e conoscenza sono la locomotiva di questa crescita, se è vero che se l'incremento occupazionale di tutto il terziario regionale si assesta sul 2-3%, quello dei servizi ad alta intensità di conoscenza arriva a lambire il 6%, con punte del 9% per le imprese dei servizi avanzati. Una locomotiva, peraltro, che parla romagnolo: se si scompongono i dati a livello provinciale, infatti, ci si accorge che nella crisi realtà come Ravenna e Rimini hanno visto addirittura crescere l'occupazione.

Credo che la ragione sia da cercare in ciò che connota e differenzia la Romagna e il suo sistema turistico rispetto ad altri territori e ad altri sistemi turistici: la sua capacità di annusare i tempi e di saper raccontare il presente a chi lo sta vivendo. E, ancor di più, la capacità di quotare tale racconto sul mercato dei desideri, delle passioni e anche delle paure dei suoi utenti-clienti. La nuova metamorfosi di Rimini è quella che ha trasformato il "distretto del piacere" in un "sistema integrato di eventi", per usare le parole di Andrea Babbi, dell'Apt regionale. Un sistema che mette al lavoro albergatori e ristoratori con creativi, eventologi e creatori d'esperienze. Lavorando sulla capacità di fare sistema territoriale da Comacchio a Cattolica. E offrendo un prodotto turistico multiforme e contaminante che va dalla Notte Rosa a quella Celeste delle stazioni termali, dalla riviera del wellness a quella dei motori, passando dal WineFood Festival che punta i riflettori anche sull'entroterra sino alle grandi mostre di Rimini, Cervia, Ravenna, Forlì.

Nonostante la crisi, i clienti sono aumentati. Merito di un lavoro capillare di promozione sui mercati esteri, soprattutto in Russia e nelle praterie est-europee che rappresentano un bacino potenziale ancora tutto da esplorare. Un lavoro che sta premiando, se è vero che anche nel 2012, nonostante il terremoto, si registra già oggi un aumento tendenziale delle presenze estere.

Non va dimenticato, tuttavia, che l'Italia rappresenta il 75% del mercato turistico romagnolo. Un mercato fatto di un ceto medio impoverito e impaurito e di una domanda interna in perdurante fase di stallo. In questi ultimi anni, hanno tirato la cinghia anche in Romagna. Abbassando i prezzi, lavorando sui margini, consapevoli che fosse più importante trattenere i clienti che aumentare i profitti. Sebbene tutto vada bene, pensare al domani tradisce un po' di preoccupazione. Consapevoli che il terziario, soprattutto quello turistico, faticherà, se non cresce tutto il resto. Che c'è un trattino che unisce manifattura e terziario, produzione ed esperienze, Emilia e Romagna, di cui occorre occuparsi, se si vuole crescere ancora.

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