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Questo articolo è stato pubblicato il 27 giugno 2012 alle ore 09:16.

Il 18 giugno il Cineca di Bologna è salito al secondo posto europeo della classifica Top 500 mondiale dei supercomputer, grazie al nuovo mega-elaboratore Fermi. Prossimo obiettivo: l'ampliamento della sede per il 2013 (nell'immagine il rendering 3D)Il 18 giugno il Cineca di Bologna è salito al secondo posto europeo della classifica Top 500 mondiale dei supercomputer, grazie al nuovo mega-elaboratore Fermi. Prossimo obiettivo: l'ampliamento della sede per il 2013 (nell'immagine il rendering 3D)

Ricerca, turismo, reti d'impresa, formazione. Sono i quattro assi che l'Emilia-Romagna può calare – sul tavolo dei servizi e del terziario – per riemergere dalla recessione, con il vento a favore per la capacità innata di fare sistema e per la radicata e valorizzata economia della conoscenza regionale. Quella stessa capacità di fare sistema che oggi - abbinata allo straordinario spirito di solidarietà - sta traghettando imprese e famiglie delle zone terremotate fuori dalla polvere delle macerie, come ha testimoniato ieri anche il papa Benedetto XVI in visita nella zona rossa di Rovereto di Novi.

In un terziario che pesa sul tessuto regionale per il 55% delle imprese, il 64% degli occupati e ben il 68% del valore aggiunto, i danni del sisma (con punte del 90% di negozi e uffici chiusi attorno all'epicentro) sono resi più pesanti dalla crisi dei consumi in atto. Ma l'Emilia-Romagna continua a valorizzare le sue eccellenze.

E, non a caso, ora si gode l'annuncio mondiale, diramato ai quattro venti dal partner Ibm, di essere sulla vetta d'Europa (seconda solo al centro di Garching in Germania) dei supercomputer. Il mega-elaboratore Fermi del centro di ricerca Cineca di Bologna, in fase di installazione, è già entrato al settimo posto overall nell'annuale classifica internazionale Top 500. Un risultato eccezionale per tutto il sistema della ricerca italiana: il supercomputer, basato sul sistema Ibm Blue Gene/Q e supportato dal Miur (il ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca), sarà un nodo strategico del progetto Prace (Partnership for advanced computing in Europe) finanziato dal Settimo programma quadro Ue.

Buone notizie anche dal turismo. Sembra scongiurata la psicosi da terremoti, paventata dai tre governatori delle regioni dell'Alto Adriatico a inizio giugno, con l'appello a confermare le prenotazioni su una costa non toccata dai sismi. Così, l'assessore regionale al Turismo, Maurizio Melucci, è convinto di poter replicare gli 8,87 milioni di arrivi del 2011 (per 50 milioni di presenze), tanto da aggiungere al piatto dei 30 milioni per la promozione altri 300mila euro per una campagna straordinaria a sostegno delle città d'arte colpite dal sisma, Ferrara e Modena in primis. Perché il turismo emiliano-romagnolo potrebbe ambire a pesare assai più dell'attuale 12% del Pil regionale.

E il resto del terziario? Da un lato, il calo di imprese finora confinato all'industria inizia ad allargarsi al terziario (-0,63% le attività nel primo trimestre), dall'altro, cominciano a prendere piede reti e aggregazioni per fare massa critica e migliorare l'offerta, sulla scia della massiccia operazione, da poco conclusa, messa in moto dall'Unioncamere regionale assieme al ministero dello Sviluppo economico. «Nelle reti le nostre imprese possono trovare la soluzione a molti problemi; bisogna investire sapendo che non ci sarà recupero nel breve periodo, ma che la partita si potrà vincere nel medio-lungo termine», afferma Ugo Margini, presidente regionale Confcommercio. «Il sistema a rete dà forza e consistenza al nostro tessuto imprenditoriale di piccole imprese (il 95% ha meno di 10 addetti) – rimarca Ugo Girardi, segretario regionale Unioncamere – e oggi l'Emilia-Romagna è seconda solo alla Lombardia per contratti di rete siglati, 49 per 184 imprese coinvolte».

Il Patto per la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva siglato a fine anno dalla Regione con tutte le forze sociali ed economiche conferma «lo sforzo profuso dalla giunta Errani per traghettarci fuori dalla crisi, ancor prima dell'impegno straordinario per il terremoto», aggiunge Stefano Bollettinari, preoccupato per il forte turn-over nei servizi (la metà delle imprese non supera i cinque anni di vita) e per i tassi crescenti di disoccupazione: 7,3% nel primo trimestre 2012 (era al 2,8% nel 2007).

«Al di là del terremoto, restiamo un punto di riferimento quando si parla di ricerca e formazione – sottolinea l'economista Patrizio Bianchi, dal 2010 alla guida dell'assessorato regionale per il Lavoro – perché abbiamo messo al centro delle nostre politiche l'individuo e la sua formazione». Un modello forte anche di una capacità di spesa da 633 milioni, ossia il 79% delle risorse del Fse per la programmazione 2007-2013. Così come è senza precedenti il Piano straordinario per l'occupazione dei giovani, da 46 milioni, appena lanciato per favorire stabilizzazione e imprenditorialità. Tante frecce, quindi, all'arco della Regione, famosa per il suo manifatturiero, ma all'eccellenza anche nel terziario.

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