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Questo articolo è stato pubblicato il 03 luglio 2012 alle ore 06:55.

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Nella foto la Torre del tempo e dei fluidi nell'area antistante la mostra d'Oltremare di NapoliNella foto la Torre del tempo e dei fluidi nell'area antistante la mostra d'Oltremare di Napoli

I numeri sono impietosi: l'anno scorso la Fiera del Levante di Bari ha perso oltre 4,1 milioni e il 15% dei visitatori. «Il passato ci ha consegnato una situazione critica. Nel 2012 ci può essere un'inversione di tendenza e i ricavi possono superare i costi», si è augurato Gianfranco Viesti, l'economista barese voluto dal Governatore Nichi Vendola alla guida dell'ente fieristico.
Il futuro della più importante manifestazione fieristica del Sud, non è dei più rosei. Il 2012 – ha più volte ribadito Vendola – sarà l'ultimo anno della Campionaria (che si tiene a settembre) come la conosciamo. L'obiettivo, al di là dei numeri che pure rimangono importanti perché continui a vivere, la Fiera del Levante ha come obiettivo quello di «far vivere queste palazzine come una nuova città della creatività abitata 365 giorni l'anno». Non più una Fiera limitata alla settimana di fine estate, ma un contenitore di iniziative soprattutto legate ai giovani, all'imprenditoria e all'innovazione. La Fiera del Levante ha già sperimentato la riconversione di spazi espositivi in strutture polifunzionali, per esempio, per l'industria cinematografica: il Cineporto, infatti, è stato il primo padiglione aperto tutto l'anno grazie alla collaborazione con l'Apulia Film Commission, set permanente che ha ospitato tra le altre cose anche la regia di Ermanno Olmi con «Il villaggio di cartone». Rispetto al piano triennale 2011-2014 presentato è lo stesso Viesti a spiegare perché la Fiera del Levante deve cambiare: «Il punto di partenza di questo documento è che la Fiera sta affrontando e dovrà necessariamente affrontare nel prossimo futuro profondi cambiamenti e discontinuità – dice –. Alcuni sono stati già avviati nel 2011 e saranno di seguito ricordati. Occorre cambiare per diversi motivi. Perché la Fiera ha conservato nel tempo la struttura e le attività impostate molti decenni fa, e che oggi non sono più adeguate. Perché l'Ente ha accumulato nell'ultimo triennio pesanti perdite, frutto di alti costi (pur in rilevante diminuzione già nel 2011) e ricavi contenuti. Occorre cambiare perché questo significa che il grande quartiere fieristico è sottoutilizzato, quasi sempre chiuso; le sue strutture abbisognano di rilevanti interventi di manutenzione, ma i limitati ricavi non consentono di finanziarle. Occorre cambiare soprattutto perché il contributo che la Fiera dà a economia e imprese è molto modesto».

Anche per la Mostra d'Oltremare, storico quartiere fieristico di Napoli da 700mila metri quadri, il 2012 è cominciato nel segno della crisi. «Mi piace essere schietto – dice il presidente dell'ente Nando Morra – e voglio segnalare che non siamo stati immuni dalle difficoltà incontrate da strutture come la nostra. Se le imprese attraversano un momento difficile, è inevitabile che le fiere avvertano ricadute. In particolare abbiamo scontato la defaillance di Nautic Sud, il secondo salone nautico nazionale che fino all'anno scorso abbiamo ospitato. L'evento è saltato anche a causa della crisi del comparto nautico». Qual è la soluzione? «Investendo» dice Morra. Innanzitutto sulle infrastrutture: negli ultimi due anni la Mostra, controllata da Regione Campania e Comune di Napoli, ha impiegato 30 milioni per il nuovo palacongressi da 1.500 posti inaugurato a maggio scorso, per il ristorante della piscina da duemila posti e per l'albergo quattro stelle che saranno consegnati entro fine estate. La vera scommessa, tuttavia, è rappresentata dal Grande progetto per il polo fieristico della regione Campania: uno sforzo da complessivi 83 milioni tra fondi strutturali e cofinanziamento statale che, da qui al 2015, serviranno al restyling di tutti i padiglioni, al recupero della monumentale Torre delle Nazioni, al restauro della chiesa e al rilancio dell'Arena Flegrea. Quest'ultima verrà dotata di una copertura removibile che consentirà l'utilizzo della struttura da 600 posti per 12 mesi l'anno. Dopo l'estate saranno banditi le prime gare mentre la consegna delle prime opere è prevista per il 2013, anno in cui dovrebbe svolgersi il Forum delle Culture. Per Morra, anche investire sugli eventi si rivelerà fondamentale: «Lo dimostra – spiega – Fiera della Casa, la kermesse più antica e attesa. Quest'anno ha interessato un padiglione in più, coinvolto le imprese artigiane e registrato un incremento degli espositori passati dai 160 del 2011 a quota 200. Scelte ripagate dai visitatori. Bene anche Expo Sud e Comicon, visitata da 50mila persone. Se tutto va come speriamo fattureremo anche quest'anno 11 milioni, come nel 2011».

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