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Questo articolo è stato pubblicato il 03 luglio 2012 alle ore 06:58.

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Nella foto Fiera Milano che aprirà la stagione fieristica dal 6 al 9 settembre con MacefNella foto Fiera Milano che aprirà la stagione fieristica dal 6 al 9 settembre con Macef

Dopo una cura dimagrante sui costi e sul personale, che ha permesso di assestare i conti, Fiera Milano punta sull'internazionalizzazione. La società, controllata da Fondazione Fiera Milano e quotata a Piazza Affari, ha ad oggi in portafoglio una cinquantina di eventi all'estero. La direttrice dei prossimi anni è, infatti, legata alla crescita oltre confine, soprattutto nell'area Bric, visto che il mercato italiano sembra ormai saturo (e anche i dipendenti, in prospettiva, potranno aumentare soltanto fuori dall'Italia).
Il gruppo nel complesso ha 600 addetti, e a fine 2011 ha chiuso una cassa integrazione avviata l'anno prima, alla fine della quale sono usciti dall'azienda 30 dipendenti; poi contemporaneamente, i vertici hanno cercato di effettuare risparmi e tagliare costi superflui. Il risultato è che la trimestrale 2012 sta dando risultati soddisfacenti. Fiera Milano ha chiuso i primi tre mesi dell'anno con un rafforzamento della posizione finanziaria e con ricavi consolidati a 92,9 milioni (+25% rispetto al primo trimestre 2011), un Margine operativo lordo pari a 26,2 milioni contro i 15,5 milioni dei primi tre mesi del 2011 e un risultato ante-imposte pari a 22,3 milioni, contro i 13,2 milioni dello stesso periodo dello scorso anno.

A tirare su i conti sono stati soprattutto due manifestazioni, la biennale Mostra Convegno Expocomfort e la triennale Ipack-Ima, che hanno contribuito all'incremento dei ricavi e del Margine operativo lordo (significativo anche il contributo di due nuove manifestazioni accolte positivamente dal pubblico, Eu.Di.Show e Milano Auto Classica). Il primo trimestre consente di confermare, secondo i vertici della società, le previsioni per l'esercizio 2012 relativamente alla superficie espositiva in Italia e all'estero, superiore a 1,8 milioni di metri quadrati, e al Mol, di oltre 20 milioni di euro.
«Siamo soddisfatti dei risultati del primo trimestre, che dobbiamo alla contemporanea presenza nel 2012 di due importanti mostre con cadenza biennale e triennale - dice Enrico Pazzali, ad di fiera Milano - ma anche a una discreta tenuta complessiva dell'attività espositiva, che in generale sta reagendo alla recessione in atto con cali contenuti».

Ma per quanto riguarda il futuro è soprattutto ai paesi emergenti che si guarda. Le ultime iniziative in questo senso sono recentissime: la prima edizione del salone della casa Macef in Brasile, dal 19 al 21 giugno scorsi; e Food Hospitality World (alimentare e attrezzature per l'ospitalità professionale) in India dal 21 al 23 giugno.
Da tempo sono nate collaborazioni fuori dall'Italia: risale al 2008 la joint venture con Deutsche Messe (la fiera tedesca di Hannover), e nello stesso periodo sono state create la società russa Fiera Milano OOO e quella indiana Fiera Milano India.
Ora è iniziato il terzo e più evoluto stadio del processo: l'esportazione dei brand di punta di Fiera Milano sui mercati extraeuropei più promettenti, cominciando appunto con Macef, la mostra dell'alimentare Tuttofood, e il salone del settore dell'ospitalità professionale Host.

«Il mondo sta cambiando molto velocemente - dice Pazzali - e tutte le previsioni indicano che nel medio-lungo termine la classifica delle grandi economie mondiali sarà completamente diversa da quella che conoscevamo sino a poco tempo fa. Ci siamo dotati - aggiunge l'amministratore delegato - di quattro solide piattaforme fieristiche in Cina, Brasile, India e Russia che ci consentono di intercettare la domanda direttamente là dove nasce».
Infine, le prossime novità: «Siamo vicini a lanciare una quinta società a Singapore - conclude Pazzali - e abbiamo dossier aperti in altre parti del mondo come Sud Africa, Turchia e Stati Uniti».

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