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Questo articolo è stato pubblicato il 18 luglio 2012 alle ore 13:47.

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Dopo una crescita tendenziale del 13,8% lo scorso anno, da gennaio a marzo 2012 le esportazioni hanno raggiunto un valore di 4,2 miliardi, in aumento del 2,9% rispetto allo stesso trimestre 2011. Trend positivo guidato dall'ottima performance del polo farmaceutico, che nei primi tre mesi è avanzato del 36,6%. È la migliore performance tra i distretti della farmaceutica sul territorio nazionale, cresciuti nel loro complesso del 21,3%, come evidenziato dal Monitor di Intesa Sanpaolo. Bene anche i settori metallifero (21,2%), alimentare (14,9%), carta e legno (5,7%).

Chi non sale sul treno dell'internazionalizzazione resta dunque in attesa. Per il 2012 la quota di imprese che nel Lazio programmano di spingere sulla leva degli investimenti scende sensibilmente, passando da quasi il 40% dello scorso anno a meno del 30%. «In regione – sottolinea Lorenzo Tagliavanti, direttore di Cna Lazio – continua la fuga dagli investimenti del sistema produttivo, non solo nei settori tradizionali, ma anche in quelli innovativi dell'Ict. Le pmi sono pessimiste e non investono anche perché il sistema creditizio è diventato più selettivo e meno disponibile». A marzo 2012 i prestiti bancari alle piccole aziende laziali si sono contratte del 2,3% su base annua (rilevazione Banca d'Italia), proprio quando l'elemento finanziario si dimostra invece strategico per la loro sopravvivenza. «Le piccole e micro aziende – spiega Tagliavanti – sono tutte sottocapitalizzate. A questo si aggiunge la stretta sui prestiti, oltre che le difficoltà di ottenere i pagamenti da parte della pubblica amministrazione e delle grandi imprese committenti. Gli unici strumenti che in questo momento potrebbero dare un po' di sollievo sono gli organismi di garanzia fidi che però nella nostra regione hanno vita difficile. Mancano i contributi pubblici. Eppure è fondamentale affiancare le pmi in crisi di liquidità, ma non di mercato o fatturato, con strumenti che le aiutino nell'accesso al credito. La crisi nazionale ha attaccato i fondamentali dell'economia del Lazio, come la spesa pubblica. Se ci sarà una forte contrazione, qui subiremo un grave contraccolpo».

Pesanti le ripercussioni sul mercato del lavoro. Nel primo trimestre 2012 i disoccupati sono aumentati del 26,8%, con un tasso di disoccupazione salito al 10,5% (2,1 punti percentuali in più rispetto allo stesso periodo del 2011). Mentre da gennaio a giugno le ore di cassa integrazione sono cresciute del 36,3% (+80% quella in deroga). Dati su cui i sindacati lanciano l'allarme. «Nei primi sei mesi di quest'anno – avverte Claudio Di Berardino, segretario generale Cgil Roma e Lazio – è stato consumato il 68% di tutte le ore di Cig impiegate nel 2011. Il tasso di disoccupazione è proiettato su un incremento dell'1,9% entro dicembre e del 4,7% entro 18 mesi per effetto dell'esaurimento della cassa». «La disoccupazione giovanile - sottolinea Tommaso Ausili, segretario generale Cisl Lazio - segna percentuali drammatiche e un dato allarmante riguarda i ragazzi che non sono coperti dalla legge sull'apprendistato e gli over 55. Servono risorse per mettere in campo gli strumenti per favorire la ripresa economica e creare occupazione. Stiamo lavorando insieme alla Regione e alle altre parti sociali per sottoscrivere un patto per lo sviluppo e la crescita in grado di risollevare le sorti del nostro territorio».

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