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Questo articolo è stato pubblicato il 25 luglio 2012 alle ore 06:44.

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Quante risorse servirebbero per intervenire sul cuneo fiscale?
Naturalmente le risorse sono in proporzione al taglio che si vuole realizzare. Mi rendo conto della situazione in cui siamo, ma un intervento in questo senso è ormai indispensabile. Il governo ha ridotto lo stanziamento per la detassazione dei salari di produttività, che Confindustria stimava in circa 1,8 miliardi. Sarebbe importante tornare su questa decisione. Penso che una parte delle risorse che derivano dalla spending review possano essere utilizzate in questa direzione, ma insisto bisogna intervenire subito sul cuneo fiscale, che avrebbe il duplice effetto di tenere sotto controllo il costo del lavoro e incrementare i salari netti.
La trattativa per il rinnovo del contratto dei meccanici si è già avviata tra le polemiche, con Fiom che protesta per non essere stata convocata...
È una questione complessa. Federmeccanica sta cercando di recuperare un rapporto costruttivo con la Fiom, ma credo voglia farlo su basi solide, nella chiarezza delle posizioni: sul tavolo c'è il rinnovo del contratto 2009 che Fiom non ha firmato, avviando anzi una serie di azioni legali che non hanno rasserenato gli animi. Ci vuole uno sforzo da parte di Fiom. Lo ripeto: in questa fase non serve lo scontro.
Attuare l'accordo del 28 giugno 2011 sulla rappresentatività aiuterebbe?
Renderebbe il quadro più chiaro, fermo restando che come prevede l'accordo stesso le intese firmate a maggioranza devono valere per tutti. È passato un anno: l'accordo va attuato e Confindustria è determinata ad andare avanti per dare maggiore certezza alle relazioni industriali.
L'occupazione non si crea con decreto o con le leggi, ma le norme possono aiutare. Confindustria è critica sulla riforma Fornero, anche se migliorata con gli ultimi emendamenti. Cosa andrebbe ancora modificato?
Ci sono spazi di manovra specie sulle politiche attive del lavoro, dobbiamo pensare ai giovani ma anche a chi è più anziano. Non vogliamo che tutto resti com'è nel mercato del lavoro, anche sugli ammortizzatori sociali siamo per migliorare il sistema attuale. La legge però non gestisce la transizione in modo adeguato, in una fase in cui le aziende sono costrette a ristrutturare. Inoltre non è utile la centralizzazione delle politiche per l'impiego prevista dalla legge: va gestita sul territorio, tra le parti sociali e gli enti locali, integrando pubblico e privato. Con la complicazione attuale che è una competenza delle province, ora in fase di taglio.
Pesa anche la riforma delle pensioni?
L'allungamento dell'età pensionabile penalizzerà i giovani, che invece sono la prima preoccupazione: il paese investe nella loro formazione, sono il motore del cambiamento ma sono penalizzati nell'ingresso al lavoro. Bisogna trovare soluzioni magari guardando anche ad esperienze di altri paesi, come ad esempio la Germania, dove sono state introdotte soluzioni che conciliano l'inserimento al lavoro dei giovani coinvolgendo i lavoratori anziani in attività di formazione.
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IL PROFILO

Il curriculum
Nato a Vicenza nel 1949, Stefano Dolcetta è laureato in Economia e Commercio e ha conseguito il Master Cuoa
È amministatore delegato di Fiamm Spa; è presidente e a.d. di Dicra Spa
Dolcetta ha ricoperto gli incarichi di: presidente della sezione Meccanica e Metallurgica di Confindustria Vicenza; vice presidente di Federmeccanica; membro del comitato di presidenza Anie; consigliere Cobat
Da maggio 2012 Dolcetta ricopre l'incarico di: vice presidente di Confindustria, area relazioni industriali
L'azienda
Il gruppo Fiamm, nato nel 1942, produce e distribuisce accumulatori per avviamento auto e per uso industriale (gruppi di continuità, riserva d'energia) e avvisatori acustici
È presente in 60 paesi con circa 3.300 dipendenti nel mondo e circa 950 in Italia
Il valore della produzione del 2011 è di 540 milioni di euro
I principali mercati serviti sono: l'Italia (26%) e il resto d'Europa (51%), dove le vendite dirette alle case auto (Bmw, Fiat-Chrysler, Ford, Mercedes, GM-Opel, PSA, Renault-Nissan, Toyota, Volkswagen, Jaguar, Ferrari, Maserati) rappresentano circa il 30% del fatturato

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