Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 25 luglio 2012 alle ore 16:22.

My24
Università di Urbino - Contrasto nuovo-anticoUniversità di Urbino - Contrasto nuovo-antico

L'idea, semplice e dirompente allo stesso tempo, è venuta al rettore dell'università di Urbino, Stefano Pivato: invece di dibattiti e convegni sull'eterno tema del collegamento tra imprese e atenei, perché non mettiamo due imprenditori di chiara fama nel consiglio di amministrazione di una delle più antiche e blasonate università marchigiane? Scelta mirata e innovativa, soprattutto per le Marche, la seconda regione manifatturiera italiana.

I candidati non mancavano. Proprio per questo i prescelti erano condannati a esprimere una sorta di summa della capacità imprenditoriale. Il primo invitato è stato Massimo Berloni, l'inventore del marchio di abbigliamento casual Dondup, uno, come dice lui, che «ama quel che fa» e ha scelto il nome della sua azienda aprendo un libro a casa di un amico in cui si parlava di un monaco tibetano che predicava la pace nel mondo: Mingyar Dondup, per l'appunto.

Il cavallo di battaglia di Dondup sono i pantaloni con vita e tasche basse che hanno conquistato il mercato italiano. Poi ci sono i jeans di seta con la stampa denim e le tinture ottenute dal guado, la pianta con la quale si tingeva nel Medioevo. Nel giro di nemmeno cinque anni Dondup è diventato un caso di scuola, tanto che due anni fa è entrata nel capitale della società marchigiana fondata nel 1999 e sede a Fossombrone, in provincia di Pesaro-Urbino, Lcapital, la società del colosso di Lvmh guidato da Bernald Arnault. Urbino, a sua volta, è un marchio a prescindere: una città attrattiva, creativa, strategica a partire dal Rinascimento.

A Berloni piacciono gli uomini d'azione e non ama per nulla quelli che chiama i «mauseolei teorici». Segno che l'ateneo urbinate non è né l'una né l'altra cosa anche se sta affrontando uno dei passaggi cruciali della sua storia: la trasformazione da libera università ad ateneo statale. E in questo percorso l'università intitolata a Carlo Bo, rettore per oltre mezzo secolo, è diventata un caso di scuola come la Dondup di Fossombrone. La definizione è del professor Giorgio Donna, professore di Economia delle finanze all'università di Urbino e capo del nucleo di valutazione che sta seguendo la transizione del cinquecentesco ateneo marchigiano.

Un passaggio travagliato, soprattutto in tempi perigliosi per la finanza pubblica come quelli che affliggono l'Italia. Spiega Berloni: «Dopo un lungo esame di coscienza, la nostra università ha imboccato una strada senza ritorno: l'obiettivo è la più alta qualità possibile della formazione e la massima soddisfazione degli studenti». Tra le tappe della roadmap per la statalizzazione il calo del personale docente del 22%; la contrazione di quello amministrativo di quasi cento unità, la riduzione del disavanzo dai 53 milioni nel 2004 a 0,6 milioni nel 2011. Segno che quando c'è un progetto condiviso snellire le aziende universitarie e ritrovare efficienza non è una missione impossibile.

La seconda e più recente visita ispettiva ha promosso a pieni voti il piano di riduzione dei costi e ampliamento dell'offerta formativa previsto dal decreto ministeriale del 2006 come precondizione per entrare a far parte delle università statali. Il rettore Pivato, che è ordinario di Storia contemporanea, preferisce far parlare i numeri riportati in una sorta di pagella dagli esperti ministeriali. Ora la statalizzazione è questione di mesi.

Le rifondazioni, si sa, sono un modo per alzare l'asticella della sfide con le compatibilità economiche e quelle di carattere formativo. L'altro imprenditore cui toccherà alimentare i secondi cinquecento anni di vita dell'ateneo urbinate è Vittorio Livi, inventore della Fiam, un'azienda famosa nel mondo per le sue realizzazioni di vetro curvato. Un processo di lavorazione che si compone di una infinità di passaggi gestiti da maestri artigiani che curano il processo di argentatura, decorazione, fusione, incisione e molatura. Un lavoro certosino in cui il ruolo dell'artigiano vetraio è del tutto equiparabile a quello di un designer. Imprese e università, un dialogo che parte dal vertice e arriva alla base: proprio per rafforzare i legami con il mondo del lavoro sono stati varati una raffica di programmi che hanno l'obiettivo di avvicinare, studenti, dottorandi e dottori di ricerca agli sbocchi professionali.

Berloni e Livi, la coppia di attacco che ha trasfuso imprenditorialità all'ateneo, approva con soddisfazione tutte le scelte che vanno in direzione del mercato. E attendono fiduciosi la promozione a università statale per dimostrare almeno una volta che pubblico e privato non sono concetti necessariamente antitetici.

Commenta la notizia

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.