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Questo articolo è stato pubblicato il 26 luglio 2012 alle ore 06:43.

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C'è anche un secondo sforzo?
Anche l'azienda deve fare la sua parte. Le imprese, a cominciare dall'Ilva, in questo contesto cambiato, devono mutare attitudine. Quindi invece di essere impegnate costantemente sul fronte del contenzioso devono entrare nell'ordine di idee di lavorare insieme. Questo è quello che ho proposto al nuovo presidente Bruno Ferrante.

Parte del contenzioso nasce anche da prescrizioni e procedure del ministero dell'Ambiente. A questo proposito che cosa ha detto a Ferrante?
Il ministero dell'Ambiente è disponibile a rivedere alcune delle sue posizioni per superare il contenzioso. A patto che l'azienda faccia lo stesso.
Sul sito però pende la minaccia del sequestro della magistratura.
Non è mio compito entrare nel merito dell'azione della magistratura. Piuttosto entriamo nel merito dei problemi e guardiamoli alla luce delle leggi nazionali, individuando gli interventi fattibili. Se concordiamo un piano di azioni insieme possiamo riprendere il percorso già iniziato. Non bisogna perdere il lavoro fatto. Bisogna completarlo semmai. Nella consapevolezza che gli interventi devono tenere conto della competitività dell'impresa. Se l'amministrazione pubblica impone interventi che rischiano di causare una crisi economica e sociale, dobbiamo aprire una riflessione perché non sarebbe un gran risultato costringere le aziende a chiudere e ad abbandonare un sito perché le prescrizioni ambientali non sono sostenibili dal punto di vista economico.

In questo percorso quali sono i tasselli su cui state lavorando?
Ci sono tre ministeri, Ambiente, Sviluppo e Coesione territoriale impegnati a reperire le risorse finanziarie che servono per mettere in moto il processo di riqualificazione ambientale dell'area. Concordo pienamente con quanto sostiene il vicepresidente di Confindustria Alessandro Laterza che ha suggerito di fare di Taranto una smart area, un'area intelligente: riqualifichiamola avendo in mente i criteri della sostenibilità e dell'efficienza. C'è già un esempio positivo del resto.

Quale?
Il porto dove abbiamo semplificato e sbloccato procedure che hanno consentito l'accordo. E la storia dell'Ilva sta dentro un impegno del Governo di riqualificare Taranto come hub. Aggiungo anche che una parte dei problemi dell'Ilva dipende da un grande parco di 78 ettari dove sono depositati i prodotti carboniosi. Si tratta di un terreno dove potremmo sviluppare soluzioni tecnologiche innovative anche attraverso l'impiego di una parte dei fondi per la ricerca e l'innovazione per il sud. Ma per questo serve innanzitutto la partecipazione dell'impresa. È arrivato il momento di lavorare insieme e di fare riposare gli avvocati.

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