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Questo articolo è stato pubblicato il 22 agosto 2012 alle ore 06:40.

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Sconti che però non coinvolgono la rete autostradale, ancora una volta al top nei listini per ogni tipologia di carburante. In parte le compagnie sfruttano la rendita di posizione del "passaggio obbligato", in parte sono costrette a livelli più alti dal peso delle royalties da pagare alle concessionarie autostradali per poter gestire le aree di servizio. Combinato disposto che rende siderale in questi giorni il divario rispetto alle medie ufficiali dei principali produttori. Quotidiano Energia stima per la benzina una media di 1,90 euro e quindi il divario rispetto al prezzo "top" in autostrada sfiora i 15 centesimi. Situazione analoga per il gasolio, proposto in media a 1,78 euro al litro ma arrivato ormai a quota 1,96 lungo la Firenze-Pisa, in provincia di Pistoia, anche in questo caso si tratta del nuovo record in Italia.

Listini che scoraggiano i consumi e che come confessa il gestore senese hanno ormai abbattuto i rifornimenti di carburante di oltre il 10%. «E poi – aggiunge – i piccoli trasportatori sono falliti, restano solo i grandi gruppi di trasporto ma di Tir in giro se ne vedono sempre meno».

La confederazione dell'autotrasporto Confetra conferma la frenata. «Nei primi sei mesi il trasporto pesante cede il 5% – spiega il direttore generale Piero Luzzati – e per settembre non vediamo inversioni di tendenza».

Che fare per arginare il trend? Dalla Lega arriva la proposta di un controllo amministrativo dei prezzi.

«Il governo italiano – affermano in una nota congiunta il Presidente della Commissione Prezzi e Tariffe del Senato Sergio Divina (Lega) e la Presidente della Commissione Industria di Montecitorio, Manuela Dal Lago – potrebbe seguire l'esempio del presidente socialista francese Francois Hollande che ha proposto di mettere un tetto ai rincari. Lo annunciò in campagna elettorale e lo sta attuando. Il prezzo della benzina e del gasolio alla pompa non può superare una certa cifra. Da noi manca la volontà politica». Per farlo, tecnicamente, ricordano i parlamentari della Lega, bisognerebbe tornare a un regime di prezzi amministrati, com'era fino al 1992 quando erano fissati dal Cip (Comitato interministeriale prezzi), o sorvegliati, com'era fino al 1994.

Proposta che non convince l'associazione di consumatori Adiconsum, che chiede invece di abbattere in maniera decisa le accise. «È tempo di liberalizzazioni – spiega il segretario generale Pietro Giordano – e non di statalismi che finiscono col deprimere l'economia e quindi l'occupazione e i consumi». Adiconsum propone di eliminare tutte le accise «fuori dal tempo e dalla storia», come quelle riferite alla guerra d'Etiopia o la crisi di Suez. In questo modo, calcola l'associazione, si potrebbero risparmiare circa 20 centesimi al litro».

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