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Questo articolo è stato pubblicato il 08 settembre 2012 alle ore 09:17.

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Cambiando la percezione, sta cambiando anche la strategia del territorio, o almeno di alcune aziende. «Fino a ieri – sottolinea Redaelli – la maggior parte delle imprese era terzista, soprattutto per i produttori tedeschi di Solingen». La città renana – come raccontava Il Sole 24 Ore nel 1991 – era famosa in tutto il mondo per le forbici, ma la maggior parte dei pezzi che portavano il suo marchio era realizzato in provincia di Lecco. Ora qualcosa sta cambiando, soprattutto con l'introduzione del terzo elemento di competitività: il marchio di qualità Premana, «il cui iter ha avuto inizio nel 2008 e la registrazione è avvenuta nel 2010», spiega Lucia Golfari di L@riodesk, azienda speciale della Camera di commercio di Lecco per promuovere l'innovazione. «Abbiamo recepito un'esigenza manifestata dalle stesse aziende – spiega Arnaldo Redaelli – che hanno capito la necessità di mettere in pratica forme di aggregazione». Il marchio ha portato alla creazione di un disciplinare e ad oggi sono 36 le realtà che possono fregiarsene. «Fondamentale – sottolinea il vicepresidente camerale – è il coinvolgimento della sede lecchese del Politecnico di Milano, grazie al quale è stato creato un macchinario per le verifiche di qualità sui pezzi prodotti». Dal taglio ai materiali, dalla resistenza alla durata. «Non esiste in Europa un regolamento simile» così il marchio – che già è registrato a livello Ue, negli Stati Uniti, in Cina e in Russia – rappresenta un elemento di competitività.

Del resto quella della qualità sembra essere l'unica strada per limitare i danni dell'invasione asiatica e salvare una una lavorazione «che rappresenta il 95% della produzione italiana» dice Giovanni Gianola, i cui dati fanno capire meglio di qualsiasi ragionamento come sia impossibile ingaggiare una battaglia sui costi e sui grandi numeri con la concorrenza: «Un importatore riesce a pagare una forbice per unghie realizzata in Pakistan 0,36 euro. A un'azienda locale il materiale grezzo acquistato da una stamperia bresciana o bergamasca per creare lo stesso tipo di forbice costa 0,26 euro. Poi bisogna aggiungere almeno una quindicina di lavorazioni oltre a finitura, marchiatura, imballaggio».
Sul territorio, però, non mancano esempi di chi ha diversificato: «L'ho fatto 15 anni fa» spiega Walter Gianola, titolare della galvanica Wasa. Un altro caso è la Trattamenti Termici guidata da Robert Bertoldini, per la quale nel 2011 le lavorazioni dedicate alle forbici pesavano solo il 10%, mentre alla Wasa la dipendenza dal distretto è ora limitata al 30 per cento. «Sono pessimista – dice Walter Gianola – si notano impoverimento generale e disoccupazione. E il patrimonio immobiliare della zona si va perdendo: non si vendono i capannoni delle aziende chiuse e addirittura c'è chi, in centro a Premana, è disposto a vendere abitazioni per poche migliaia di euro o addirittura a regalarle pur di disfarsi dei costi».

Danila Sanelli puntualizza: «Certo, non si può dire che godiamo di ottima salute, e noi stessi abbiamo dovuto attuare una cura dimagrante negli anni. Ma qui gli operai sono fedelissimi e la specializzazione è altissima. Non si trova da un'altra parte».
Arnaldo Redaelli sparge un po' di ottimismo: «Le aziende che ho incontrato hanno lavoro e non si lamentano. Stanno recuperando forniture che prima erano finite in Cina o in Pakistan. La flessibilità e la capacità di forniture just in time e su misura che ci sono qui non si trovano in Asia». Insomma, ci sarebbe la possibilità di riaprire spazi di mercato che prima si erano chiusi a causa della concorrenza. «Qualche anno fa pensavamo fosse un distretto destinato a chiudere – confessa il vice presidente camerale – Oggi non più». E per Giovanni Gianola «i clienti dimostrano una capacità di scelta maggiore. I prossimi tre anni saranno decisivi per la selezione delle aziende di sostanza».

RATING ITALIA
Il punteggio

Attraverso una griglia di 14 variabili ciascun distretto è definito nei suoi punti di forza e di debolezza. Premana resiste, per ora, grazie alla capacità commerciale, alla creazione di un marchio di qualità e all'innovazione. Dimensioni e produttività i limiti.
PUNTI DI FORZA
1
CAPACITÀ COMMERCIALE

La capacità commerciale è una delle risorse, forse inattese, del distretto delle forbici di Premana. Con lungimiranza e in anticipo rispetto anche a realtà più strutturate, nel 1974 le aziende hanno creato il consorzio Premax che commercializza i prodotti anche all'estero
BUONA
-2

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