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Questo articolo è stato pubblicato il 18 settembre 2012 alle ore 08:30.

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L'occhio umano le percepisce tutte. Non mi chieda come, non sono un medico, ma è così». Biella soprattutto come luogo della materiticità. Lana toccata. Colori osservati. Tessuti compulsati. Anche questo radicamento alla materia prima e al prodotto semilavorato in fondo costituisce un elemento di stabilizzazione, in mercati globali che - nella parte alta della catena del valore - sperimentano le trasformazioni mutevolissime della moda, le sua erraticità, i suoi tumulti, perfino le sue nevrosi. «La moda – osserva Cerruti - è una realtà complessa, dominata da multinazionali il cui marketing commerciale e la cui logistica industriale si mescolano a forme creative e a concezioni dell'estetica che giocano con elementi dell'inconscio contemporaneo, per esempio la pervasività della sessualizzazione e uno sfondo spesso nichilista». In un simile scenario, in cui una cosa può avere successo e un minuto dopo essere consumata e ridotta a niente, la lenta quiete di Biella, i suoi ritmi centenari, l'ispidezza e la morbidezza delle sue materie prime lavorate servono ancora.
IL RATING DEL SOLE
PUNTI DI FORZA
1
INTERNAZIONALIZZAZIONE

Una grande capacità di portare i propri prodotti all'estero, inserendosi nella parte finale delle filiere (con alcuni grandi marchi) e (nella maggior parte dei casi)
nel mezzo delle catene globali del valore con una fornitura che consente di non soffrire l'erraticità e le nevrosi del mercato mondiale della moda e dell'abbigliamento.
ALTA
-
2
INNOVAZIONE

Il salto tecnologico compiuto prima negli anni '70 e poi negli anni '80 ha consentito
al sistema biellese di ridurre le sue dimensioni e di incrementare la sua produttività. Una innovazione prima di tutto interna ai meccanismi aziendali. Che ha portato, negli ultimi vent'anni, a un processo di selezione
fra le aziende e a una riduzione del personale.
BUONA
- 3
OCCUPAZIONE

Anche una realtà capital intensive è fondamentale. Esiste una sorta
di artigianalità nella forza lavoro che rende complicato, se non impossibile, delocalizzare all'estero, o anche soltanto al di fuori della montagna e della prima pianura piemontese. Con un neo: si fatica a trovare giovani disposti a entrare in fabbrica.
DISCRETA
-
Il giudizio
Attraverso una griglia di 12 variabili ciascun distretto viene descritto e valutato nei suoi punti di forza e di debolezza. Nel caso del tessile biellese sono declinate positivamente l'internazionalizzazione, l'innovazione e l'attenzione al capitale umano. -
PUNTI DI DEBOLEZZA
1
ALLEANZE STRATEGICHE
Il tema s'incrocia con quello del passaggio generazionale. In una realtà matura come
il tessile biellese è naturale che s'intreccino da decenni, sia nelle alleanze strategiche sia nei diritti di proprietà. Le situazioni non sono semplici da gestire e amplificano la questione generazionale: nelle singole famiglie e nelle aziende con più rami familiari come azionist
i.
BASSA
-
2
CAPACITÀ DI FARE RETE
Il sistema produttivo biellese è molto particolare. Il capitale sociale esiste. Ma non sempre c'è stata la circolazione delle idee e delle competenze. La "atmosfera", dunque. Paradossalmente, negli ultimi anni si è cercato di rompere la distanza fra le singole aziende. Con incontri e partnership. Molto, però, resta ancora da fare
.
SCARSA

3

CAPACITÀ COMMERCIALE

Nel distretto biellese non sono molte le imprese che hanno creato un loro marchio per un prodotto finito, in grado di arrivare ai consumatori finali. Ci sono casi eccellenti, per esempio, Zegna, Vitale Barberis Canonico, Loro Piana, Lanificio Colombo. Sono pochi, però. Questo è la prossima frontiera dello sviluppo del sistema locale.

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