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Questo articolo è stato pubblicato il 25 settembre 2012 alle ore 15:17.

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Thomas Gugger impegnato in una delle prove del campionato del mondo di posatori di piastrelle tenutosi a Londra a ottobre 2011Thomas Gugger impegnato in una delle prove del campionato del mondo di posatori di piastrelle tenutosi a Londra a ottobre 2011

Se si è laureato campione del mondo dei posatori di piastrelle, a Londra nel 2011, Thomas Gugger (che si esibirà per quattro giorni di fila al Cersaie) – svizzero, ventenne – un po' lo deve alla mamma: «È stata lei a propormi questa professione. Quando ho cominciato l'apprendistato mi è stato immediatamente chiaro che potevo imparare quel mestiere». Lavorando, il gusto è cresciuto sino a diventare una vera e propria passione.

E l'interesse per questa professione è aumentato, cammin facendo, anche in Mauro Fumagalli, direttore della scuola edile Espe di Lecco, che, partendo da zero nell'ambito della formazione dei posatori di piastrelle, ha organizzato quest'anno due corsi base aderendo a una proposta di Confindustria Ceramica. Un'esperienza positiva che sfocerà nel corso avanzato di 40 ore (aula e laboratorio) che sei studenti di questo istituto, specializzato in formazione in ingresso, frequenteranno al Cersaie nello stand a fianco a quello di Gugger. I ragazzi e il campione del mondo saranno, insieme, i protagonisti di una singolare "Città della posa" nel padiglione 34.

A Lecco c'è attesa: «È un orizzonte a cui ci siamo aperti da poco. Siamo interessati a modificare la nostra proposta formativa. Nel nostro territorio e forse anche in Italia non c'è una scuola di questo tipo. vogliamo fare al Cersaie un ragionamento sulle prospettive future con Confindustria e con le imprese partner». L'obiettivo, e la speranza, è quella di formare all'interno della scuola tecnica tanti nuovi Gugger, questa volta italici.

Un mestiere, quello del posatore di piastrelle, che nelle parole di Gugger sembra fatto apposta per i giovani: «La manualità, il senso di indipendenza, il vedere crescere sotto gli occhi una tua creazione, sono gli aspetti di questo mestiere che mi piacciono maggiormente. Lavoro in questo campo dall'agosto del 2007. Si tratta, certamente, di un mestiere che richiede responsabilità e che si esprime in affidabilità, pulizia nelle realizzazioni, flessibilità e attenzione verso il cliente».

La formazione, per Gugger, «è sicuramente un fattore importante in questa professione edile, è un lavoro che richiede grande know-how » – e lui stesso ha fatto tre anni di scuola professionale in Svizzera – ma sono «l'esperienza e il "corso del lavoro" gli elementi decisivi, che fanno sì che un allestimento venga svolto nel modo più rapido e pulito. Inoltre, soprattutto oggi, certi lavori specializzati sono molti difficili da realizzare senza una buona esperienza». Il mestiere è indubbiamente diventato più difficile perché le esigenze di allestimento da parte della clientela sono diventate più raffinate anche grazie all'offerta di nuovi materiali e formati. «Oggi – rileva il giovane Thomas – la tendenza è verso formati grandi e sottili, che richiedono una più precisa e accurata messa in opera».

Il posatore di piastrelle guadagna abbastanza bene, sottolinea Gugger, riferendosi ovviamente al mercato svizzero: «Tre anni dopo la formazione si ha una buona paga base come giovane piastrellatore», ma il mestiere, anche in terra elvetica, sembra soffrire della crisi dei consumi: «In questo momento è poco richiesto nel comparto edile». Sarà forse questo uno dei motivi di prudenza espressi dal direttore della scuola edile di Lecco: «A Bologna apriamo un tavolo e discutiamo».

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