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Questo articolo è stato pubblicato il 25 settembre 2012 alle ore 15:17.

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Franco Manfredini è da tre anni alla guida di Confindustria CeramicaFranco Manfredini è da tre anni alla guida di Confindustria Ceramica

Non c'è proprio nulla che vuole recriminare?
Io mi lamento poco, ma soffro nel constatare la disattenzione del Governo per il comparto manifatturiero. Non penso che il futuro del nostro Paese possa essere solo il turismo. E allora bisogna avere il coraggio di rilanciarlo il manifatturiero, rendendo più competitive le aziende che già esportano, per farle esportare di più. Se l'industria ceramica pagasse il 30% in meno l'energia, in linea con i costi sostenuti dai competitor, potrebbe aumentare del 20% l'export e dare una risposta concreta al problema disoccupazione.

Ha toccato il tema energia, su cui siete da sempre molto critici verso Roma...
Salutiamo positivamente i recenti provvedimenti del Governo su energia e infrastrutture. La separazione di Snam dall'Eni è un primo passo indispensabile per la liberalizzazione del mercato energetico e dunque un abbassamento dei costi, ma occorre investire anche sullo sviluppo di rigassificatori e stoccaggi. Anche sulle infrastrutture sono stati fatti passi avanti. Abbiamo ottenuto lo scalo ferroviario di Dinazzano e un altro a Modena che ci auguriamo saranno collegati, per invertire le quote delle merci che nel distretto viaggiano su ferro (30%) e gomma (70%). È stata finalmente sbloccata la bretella Campogalliano-Sassuolo e sono stati stanziati i fondi per abbassare i fondali del porto di Ravenna, tutte opere fondamentali per la competitività di Sassuolo, che comunque ha già ora nella logistica uno dei suoi punti di forza.

Nonostante i ritardi infrastrutturali?
Costa meno portare una piastrella da Sassuolo a Parigi che da Lione a Parigi. E sa perché? Per la specializzazione del distretto, che ha saputo trasformare economie di costo in valore. Non bisogna mai stancarsi di investire in innovazione e sostenibilità per essere sempre i primi.

Ma se l'edilizia non riparte sarà dura per l'industria ceramica continuare a investire...
Anche in un mercato disastroso per i conti del nostro settore, come l'Italia, ci sarebbero grandi possibilità di sviluppo. In passato si è forse costruito troppo, ma ora c'è moltissimo da fare per riqualificare il nostro patrimonio edilizio, ci sono interi quartieri da ridisegnare senza nuova cementificazione. E c'è tutto il capitolo del risparmio energetico da riempire. Lo stesso oltreconfine: non possiamo certo ambire a soddisfare tutta la domanda brasiliana o indiana, ma nel top di gamma, dove il costo del trasporto incide meno, oggi non abbiamo e non temiamo concorrenti.

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