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Questo articolo è stato pubblicato il 25 settembre 2012 alle ore 18:28.

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La crisi globale e l'aumento vertiginoso dei prezzi del carburante stanno spingendo gli armatori verso scelte eco-friendly per le flotte, che hanno il vantaggio di ottimizzare le prestazioni delle navi e diminuire i consumi. Un orientamento che parte principalmente da calcoli economici, ma non solo. Perché anche l'Imo, l'International maritime organization, organismo internazionale che detta le norme dello shipping, sta concentrando sempre più la propria attenzione sulla protezione dell'ambiente. E dal primo gennaio 2013 entrerà in vigore, per le unità di nuova costruzione, una normativa Imo decisamente restrittiva in tema di emissioni nell'aria di CO2.

Insomma, una serie di circostanze, commerciali e legislative, stanno portando il settore marittimo a spostarsi sempre più verso una concezione "green" della nave. E, in linea con questa tendenza, la Liguria, attraverso una collaborazione tra il Rina – Registro italiano navale (l'ente nazionale di classificazione delle navi, che ha sede a Genova) – e l'azienda informatica Ib di Rapallo, ha messo a punto un particolare software che permette di ottimizzare la gestione di tutte le funzioni della nave, compresa quella importantissima dell'assetto durante la navigazione, consentendo così di ridurre le emissioni di CO2 in atmosfera, le dispersioni elettriche e il consumo di carburante. A spiegare l'evoluzione in atto è Paolo Moretti, general manager marine del gruppo Rina. «Sia armatori che cantieri navali – afferma – sono ben consci dell'innovazione tecnologica necessaria per rispondere alle sfide della riduzione dell'impatto ambientale e dei costi di carburante e stanno agendo di conseguenza. Mentre fino a poco tempo fa non si prestava molta attenzione, ad esempio, alle linee degli scafi e le tecnologie, in quel settore, servivano soprattutto a far andare le navi più veloci, oggi la situazione è mutata. Gli armatori vogliono navi nuove che garantiscano consumi inferiori, con scafi realizzati in modo da ottenere quel risultato. Si arriva al paradosso per cui unità costruite cinque anni fa risultano svalutate rispetto alle nuove eco-navi».

Dunque gli armatori si stanno ponendo il problema di come utilizzare navi che hanno una certa età. «La decisione da prendere – prosegue Moretti – è se fare o meno lavori di trasformazione, in senso ecologico, di unità ormai datate. Sulle navi più recenti si può, per esempio, convertire i propulsori in dual fuel, cioè renderli capaci di funzionare sia col carburante tradizionale che a gas (Lng). Altra soluzione è il risparmio energetico con l'ottimizzazione dell'efficienza operativa della nave, a partire dall'assetto, per i cargo e, per le navi da crociere, da una corretta gestione dei consumi elettrici e del sistema di condizionamento nell'hotellerie». Nell'ottica di raggiungere quell'obiettivo, «abbiamo realizzato, insieme alla Ib – dice Moretti – un software tutto ligure, chiamato Ego, che sta per "Energy govenance", completato da una parte hardware messa a punto dal Cetena (centro studi di Fincantieri, con sede nel capoluogo ligure, ndr)». Per installarlo, chiarisce il marine manager del Rina, «in primo luogo si verifica se la nave ha strumentazioni efficienti e correttamente interfacciate con l'automazione di bordo. In caso contrario, si procede a eventuali sostituzioni di impianti. In particolare, occorre controllare che la nave sia in grado di fare una corretta misurazione del combustibile di bordo. Vengono poi installati sensori in diverse parti dello scafo. Il software consente, quindi, di monitorare l'ottimizzazione dei consumi, di verificare che vi sia un utilizzo dei carichi elettrici senza dispersioni e, grazie a un particolare dispositivo, fornisce indicazioni per correggere l'assetto della nave, migliorandone l'idrodinamica. Ad esempio suggerisce al comandante dove e come spostare la zavorra, rispetto al carico. Il sistema fornisce i dati in tempo reale sia al comandante sia alla compagnia e permette di garantire un risparmio energetico del 5-10% per nave, a fronte di una spesa di installazione iniziale cha va da 30mila a 80mila euro, più un fee per la manutenzione del software». Il software Ego è attualmente in fase di sperimentazione su navi di diversi armatori.

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