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Questo articolo è stato pubblicato il 25 settembre 2012 alle ore 19:30.

I grandi cambiamenti sociali avvengono in modi diversi. Un'innovazione tecnologica – il motore a vapore, il computer, internet – può giocare un ruolo trainante. Visionari come il Mahatma Gandhi, Martin Luther King e Nelson Mandela, possono ispirare richieste etiche. Leader politici possono guidare ampi movimenti di riforma, come Franklin Roosevelt e il New Deal. Anche la nostra generazione è chiamata ad avviare un'altra era di grande cambiamento sociale. Questa volta si tratta di agire per salvare il pianeta da una catastrofe ambientale provocata dall'uomo.
Ognuno sente questa sfida quasi ogni giorno. Siccità, alluvioni, incendi, ghiacciai in ritirata, fiumi inquinati e uragani flagellano il pianeta a un ritmo drammaticamente crescente, causati dalle attività umane. Un'economia globale da 70mila miliardi di dollari l'anno mette sotto una pressione senza precedenti l'ambiente naturale. Abbiamo bisogno di tecnologie, etica e comportamenti nuovi per armonizzare lo sviluppo economico con la sostenibilità ambientale. Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon si prepara a questa sfida dalla sua posizione unica di integrazione tra politica e società globali.
Negli ultimi vent'anni i governi hanno deluso in merito alle soluzioni nei confronti delle minacce all'ambiente. I politici hanno fallito nell'implementazione adeguata dei trattati adottati al Vertice della Terra del '92. Ban è conscio che un'azione forte dei governi è fondamentale, ma riconosce anche che la società civile deve giocare un ruolo più ampio, soprattutto perché governi e politici sono ostaggio di interessi personali e troppo pochi politici pensano in termini di lungo periodo.
Per permettere alla società globale di passare all'azione, Ban ha lanciato una nuova coraggiosa iniziativa globale, alla quale sono orgoglioso di contribuire. Il Sustainable Development Solutions Network è uno sforzo potente per mobilitare il sapere globale per salvare il pianeta. L'idea è di sfruttare le reti globali di conoscenza e azione per identificare e mettere in pratica nuovi approcci allo sviluppo sostenibile in tutto il mondo. Il network lavorerà al fianco di governi, agenzie Onu, organizzazioni della società civile e settore privato.
L'umanità ha bisogno di adottare nuovi modi per generare energia a basso contenuto carbonico, produrre cibo in maniera sostenibile, costruire città vivibili e gestire beni comuni come gli oceani, la biodiversità e l'atmosfera. Ma il tempo a disposizione è scarso. Le megalopoli odierne, per esempio, devono già affrontare le ondate di calore, l'aumento del livello dei mari, gli uragani, la congestione del traffico e l'inquinamento di aria e acqua. Quando una regione mette in atto un modo migliore per gestire i trasporti, il fabbisogno energetico o le forniture alimentari, questi successi dovrebbero immediatamente diventare parte del patrimonio globale di conoscenza.
Le università sono chiamate a giocare un ruolo speciale nel nuovo network di sapere dell'Onu. Oggi abbiamo bisogno che aiutino la società ad affrontare le sfide della lotta alla povertà, dell'energia pulita e del cibo sostenibile. Connettendosi, il mondo accademico può diventare ancora più efficace nello scoprire e promuovere soluzioni scientifiche a problemi complessi.
Anche il mondo delle imprese ha un ruolo significativo da giocare lungo il percorso verso lo sviluppo sostenibile. Oggi l'universo business ha due volti. È il depositario di tecnologie sostenibili avanzate, di ricerca di frontiera, di management con visione globale e di un ruolo di guida nella sostenibilità. Ma, allo stesso tempo, esercita forti pressioni per smantellare le normative ambientali, ridurre le imposte ed evitare le responsabilità nei confronti del disastro ambientale. A volte la stessa azienda agisce su entrambi i fronti.
Abbiamo invece assolutamente bisogno che imprese visionarie si uniscano al Network dell'Onu. Queste aziende hanno una posizione unica per trasformare idee e tecnologie nuove in progetti, accelerando il processo globale di innovazione. Allo stesso tempo abbiamo bisogno che imprenditori più visionari spingano i loro colleghi a porre fine all'azione anti-ambientale e che denuncino l'inazione dei governi.
Lo sviluppo sostenibile rappresenta una sfida generazionale, non un compito di breve periodo. La reinvenzione del l'energia, dell'alimentazione, dei trasporti e degli altri sistemi avrà bisogno di decenni, non anni. Ma la prospettiva di lungo periodo di questa sfida non deve indurci all'inazione. Dobbiamo iniziare subito a rivoluzionare i nostri sistemi produttivi, proprio in considerazione della lunghezza del cambiamento e del carattere pressante dei rischi ambientali.
Al Vertice di Rio+20 dello scorso giugno, i governi mondiali hanno concordato una nuova serie di obiettivi in relazione allo sviluppo sostenibile per il periodo dopo il 2015, per perseguire gli obiettivi di sviluppo del Millennio nel ridurre la povertà, la fame e le malattie nel mondo: allora la lotta contro la povertà e la battaglia per la protezione dell'ambiente andranno di pari passo, rafforzandosi a vicenda. Il lancio del Sustainable Development Solutions Network è quindi particolarmente tempestivo.
Non solo il mondo potrà adottare nuovi obiettivi per perseguire uno sviluppo sostenibile, ma avrà a disposizione anche un network globale di conoscenza per poter concretizzare questi obiettivi vitali.
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