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Questo articolo è stato pubblicato il 26 settembre 2012 alle ore 17:00.

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Piazza Duomo a PietrasantaPiazza Duomo a Pietrasanta

È l'esempio vivente di come si può "inventare" una destinazione turistica puntando sull'arte, sulla cultura e sul "saper fare" di un territorio. Vent'anni fa nessun vacanziere si sarebbe sognato di visitare Pietrasanta perché non vi avrebbe trovato alcuna attrattiva e, a malapena, un bar aperto dopo le otto di sera.

Oggi far tappa nella cittadina della Versilia - situata a due passi dal mare e dalle cave di marmo bianco delle Apuane - è diventato un imperativo sia per i turisti italiani in vacanza sulla vicina riviera, che per gli stranieri amanti dell'arte e del buon cibo. Entrambi hanno pure riscoperto le dimore storiche di Pietrasanta, comprando (e restaurando) appartamenti in centro e casali nella campagna.

Merito soprattutto del "sapere" accumulato nelle fonderie e nei laboratori di scultura della cittadina toscana, che ha attratto qui artisti di mezzo mondo innescando l'apertura di gallerie, l'organizzazione di mostre (ultima quella del colombiano Botero, cittadino onorario di Pietrasanta), e, a cascata, la nascita di negozi, bar, ristoranti.

Oggi Pietrasanta è l'emblema della cultura contrapposto al lusso e allo sfarzo di Forte dei Marmi che dista appena 7 km e, in questa estate segnata dalla crisi, ha retto meglio della cugina ricca e famosa. «Sono convinto che chi ha seminato bene raccoglie i frutti anche nei momenti di crisi – spiega Michele Marcucci, titolare dell'Enoteca Marcucci, uno dei primi a credere e impegnarsi nel rilancio di Pietrasanta, dando vita a un locale che oggi è un punto d'incontro di culture e sapori – anche se di bottiglie costose oggi se ne stappano sempre meno. Ma Pietrasanta, ormai, è una mèta conosciuta apprezzata che ha molte cose da dire».

La "semina" effettuata e i rapporti stretti con la clientela sono la risposta alla crisi anche per Flora Bigai, titolare di due gallerie d'arte contemporanea, che ha scommesso tutto su Pietrasanta al punto da chiudere la galleria che aveva a Venezia: «I clienti in questa fase hanno bisogno di un interlocutore di cui potersi fidare: se lo trovano, l'arte continua a essere un bene-rifugio importante. E qui a Pietrasanta anche le istituzioni hanno capito che può essere un traino economico».

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