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Questo articolo è stato pubblicato il 02 ottobre 2012 alle ore 15:01.

Il Wider 42' Cote d'Azur Edition protagonista di una straordinaria consegna aerea da FalconaraIl Wider 42' Cote d'Azur Edition protagonista di una straordinaria consegna aerea da Falconara

Il 2012 è stato, in assoluto, l'anno peggiore per la nautica italiana. Ma quello in arrivo infonde qualche speranza all'industria del settore. A testimoniarlo è Anton Francesco Albertoni, presidente di Ucina, la Confindustria nautica, che nutre più di una speranza sui risultati dell'imminente Salone nautico di Genova, che si aprirà il 6 ottobre.

«Sulla stagione nautica 2011-2012 – afferma - non ci sono ancora dati ufficiali. Ma ci aspettiamo numeri molto negativi, rispetto al 2011 (stagione 2010-2011, ndr), su tutte le fasce del comparto: piccoli, medi e grandi produttori, accessori e servizi. Del resto, assai negativo è il dato del leasing, cioè lo strumento principe per acquistare una barca: lo stipulato nautico del 2011 ha subito un calo, nel numero di contratti, del 33% e il primo trimestre 2012, rispetto allo stesso periodo del 2011, segna -73%».

Il fatturato globale della nautica nel 2011 (i dati sono ancora provvisori e si riferiscono all'anno solare) era stato di circa 3,4 miliardi (+1,2% rispetto al 2010), con cantieristica, manutenzione, refit e accessori tutti attestati intorno a +1% e i motori a -3. «Nel 2012 – afferma Albertoni – come ho detto, ci sarà un peggioramento e resta solo da capire in quali fasce si calerà maggiormente e in quali meno». L'export, invece, prosegue il leader di Ucina, «continua a crescere, e questo è positivo. Nel 2011 è stato esportato il 67% del fatturato globale della nautica (nel 2010 era il 58%, ndr), con la cantieristica attestata al 79% (67% nel 2010, ndr). Nel 2012 prevediamo che, per il comparto, l'export salga all'80% del fatturato e per i cantieri si arrivi all'85. Questi aumenti, peraltro, indicano che la quota di produzione destinata al mercato nazionale subirà un ulteriore calo».

Un dato significativo, in merito, arriva dai porti turistici nazionali, dove crolla la domanda di ormeggi e si registra anche una crescita delle rottamazioni di barche vecchie. «In precedenza – ricorda Roberto Perocchio, presidente di Assomarinas, l'associazione che raggruppa i porticcioli – la rottamazione si attestava sul 4% del parco nautico italiano (400mila imbarcazioni circa, ndr). Ma i posti vuoti erano subito riassorbiti da unità nuove, con una percentuale addirittura superiore a quella d'uscita. Oggi, invece, la rottamazione è del 6-7% e non arrivano imbarcazioni nuove». Non tutto, però, appare nero. «La stagione 2012-2013 – dice Albertoni – è appena partita con i boat show di Cannes e Montecarlo che sono andati meglio dell'anno scorso. Questo ci dà sollievo, perché i mercati ai quali si rivolge Cannes sono indicativi per Genova. Se la kermesse francese è andata un po' meglio dell'anno scorso, lo stesso potrebbe accadere a quella ligure».

A detta di diversi operatori, inoltre, Cannes ha avuto, quest'anno, meno clienti internazionali, intesi come extraeuropei. Ad eccezione dei russi, che hanno segnato, invece, una forte presenza. Per contro, afferma Albertoni, «noi abbiamo puntato molto sui clienti internazionali, per il Salone di Genova. Per questo lo abbiamo presentato, nel corso dell'anno, su tutti i mercati: Stati Uniti, Cina, India, Sudafrica, Medio Oriente, Russia nonché, ovviamente in molti Paesi europei. Ci auguriamo, quindi un incremento dei visitatori stranieri». La speranza, ma su questo Albertoni scaramanticamente tace, è che i visitatori overseas siano mancati a Cannes perché hanno scelto di visitare l'esposizione di Genova.

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