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Questo articolo è stato pubblicato il 30 ottobre 2012 alle ore 19:26.

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Roma chiama Brasile. «Paese con un reddito medio cresciuto del 66% dal 2005 al 2011, che ammira tutto ciò che è italiano, dall'arte alla cucina». Lo riferisce il delegato al turismo di Roma Capitale, Antonio Gazzellone, di rientro dalla missione in Brasile. Tappa significativa per la promozione della città eterna. Dal 2008 al 2011 le presenze di brasiliani a Roma sono cresciute del 35% e ci sono ancora grandi potenzialità.

La criticità è nei collegamenti aerei, che sono insufficienti e che spesso costringono i brasiliani a visitare Lisbona e Londra, prima di Roma. «Convocheremo presto incontri con Alitalia e altri operatori – sottolinea Gazzellone – Il trend è positivo: contiamo di passare dalle 107mila presenze brasiliane del 2011 a 120mila nel 2012 (+19%)». Occhi puntati sui vacanzieri estivi locali, in partenza dal 15 novembre. Per attrarre loro, e non solo, la delegazione di Roma Capitale, per la prima volta insieme a quella lombarda al Workshop internazionale della Commissione europea per il turismo, a San Paolo, ha incontrato 160 operatori. «Per captare le occasioni reciproche dell'Anno delle fede a Roma nel 2013 e di Expo2015 a Milano – riferisce Gazzellone – abbiamo presentato i collegamenti dell'alta velocità».

Ma non solo Brasile: anche Cina. Occorre agevolare i visti per vincere la concorrenza di Paesi come Turchia, Russia, India. E Sud America, che ha chiesto di ospitare mostre e musica italiana. Sono i Paesi Brics a trainare l'incoming a Roma, in crescita del 7% nel 2012, secondo l'Ente bilaterale del turismo, con un miliardo di turisti dal mondo (fonte Unwto).

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