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Questo articolo è stato pubblicato il 30 ottobre 2012 alle ore 19:26.

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Statue di ghiaccioStatue di ghiaccio

La ripresa è rinviata alla primavera del 2013 per il turismo italiano. Dopo la flessione del mare in estate, la stagione invernale non riuscirà a salvare l'annata 2012. Se l'economia del comparto nel 2011 valeva 136 miliardi secondo il Wttc (World travel and tourism council), il 2012 si appresta a chiudere in perdita di 3 miliardi. Le cifre parlano chiaro. Il trimestre estivo (giugno-agosto) pesa per il 51% delle presenze complessive registrate mediamente ogni anno in Italia, secondo il Centro studi del Touring club italiano.

La stagione invernale che va da ottobre a febbraio incide, invece, del 21% e se si considerano i mesi di fine anno in cui si concentrano ponti e vacanze natalizie, l'incidenza non arriva al 7 per cento. Da gennaio a settembre 2012 si è perso quasi un 3% di presenze alberghiere (fonte Federalberghi) e per Renzo Iorio, presidente Federturismo Confindustria, «la contrazione di fatturato del settore non sarà inferiore al 5%, con punte anche più elevate. Non ci sono segnali – spiega Iorio – che facciano ben sperare, anche perché la composizione della clientela nei prossimi mesi sarà prevalentemente domestica». Bernabò Bocca, presidente Federalberghi, dichiara che «è un discorso più di location che di bravura dell'imprenditore: località come Cortina e Cervinia si salvano grazie alla clientela internazionale e ai russi, lo stesso vale per Courmayeur».

Il traino sarà costituito dal turismo nelle città d'arte e da quello montano con, rispettivamente, 29,5 e 17,5 milioni di presenze in media. La tendenza last minute rimarrà, però, una costante, accentuata dalle condizioni meteo. «Ad ottobre mancano ancora le prenotazioni per l'inverno – avverte Alberto Corti, direttore di Federviaggio – e sulle previsioni peseranno i ritardatari, un 30% di clientela che ormai prenota tra un mese e una settimana prima della partenza». Gli sforzi sono concentrati nell'oculata gestione del business invernale. I comprensori montani stanno investendo sul rilancio e sull'ammodernamento degli impianti di risalita per circa 80 milioni di spesa (Valtellina e Valle d'Aosta in primis, mentre l'Alto Adige consolida il buon posizionamento), sull'attrazione di nuove fasce di turisti e su un'offerta integrata di servizi appetibile per le famiglie. Le città d'arte puntano sui pacchetti legati a mostre ed eventi, abbinati alla proposta gourmet o allo shopping, mentre il Sud mira a destagionalizzare. In entrambi i casi il target privilegiato è rappresentato dagli stranieri. Il tax free shopping in Italia vale oltre 5 miliardi e nei primi nove mesi del 2012 ha registrato una crescita del 32% e una quota pari al 19% del mercato europeo, posizionando il nostro Paese al secondo posto dopo la Francia. Gli acquisti sono dominati dai russi e dai cinesi, che valgono rispettivamente il 27 e il 18% del totale. «Il turismo si muove nella direzione di un'offerta sempre più targettizzata, ma questa deve essere chiara e trasparente», dichiara Giorgio Palmucci, presidente Aica (Associazione italiana catene alberghiere) Confindustria. Concorda Franco Iseppi, presidente Tci: «L'offerta andrebbe sempre più sincronizzata con i calendari di manifestazioni ed eventi».

Gli imprenditori si stanno attrezzando per rispondere alla crescita dei soggiorni brevi con proposte di vacanza di 3-4 giorni, senza eccezione di sorta, compresi gli alberghi di montagna che hanno dovuto rinunciare alla sicurezza della settimana bianca. A trainare i flussi nelle nostre città, invece, ci penseranno il food, le mostre e gli eventi di respiro internazionale. E se il last second non consente un'adeguata programmazione, elasticità diventa la parola d'ordine. «Il turista – dichiara Maurizio Maddaloni, presidente Isnart – può permettersi di raggiungere una destinazione, soprattutto fuori stagione, senza aver prenotato il soggiorno connettendosi con il proprio smartphone. E' in questa dinamica che gli operatori stanno imparando a dialogare col cliente, adottando politiche di revenue management».

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