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Questo articolo è stato pubblicato il 30 ottobre 2012 alle ore 19:26.
Complice la neve già arrivata sopra i mille metri e l'apertura anticipata di alcune località (Cervinia ha aperto dal 13 ottobre, Bormio, Livigno e Santa Caterina da venerdì prossimo), in queste settimane in alcuni comprensori sciistici si iniziano a fare le prime previsioni sulla stagione. In molti sperano di migliorare la performance 2011-2012, un po' deludente. Secondo l'indagine di Trade Market, la stagione passata si è chiusa con un fatturato diretto di 4,19 miliardi di euro ( -4,5% sul 2010).
In tempi di crisi come questi e in una stagione in cui ci si attendono rincari intorno al 4-5% sia nell'ospitalità sia per gli impianti di risalita sembrano emergere alcuni trend: i giorni di vacanza si riducono, aumentano le richieste last minute, ma soprattutto sono preferite quelle località che, grazie a impianti moderni, posizione strategica, ricchezze e bellezze paesaggistiche, assicurano soggiorni in linea con le aspettative. In Valtellina, per esempio, l'offerta spazia dallo sci al termalismo, passando dagli eventi sportivi a iniziative per tutta la famiglia. «Qui, grazie ad impianti all'avanguardia e alla nostra altitudine – sottolinea Mario Cotelli, presidente del Consorzio turistico Valtellina – si scia cinque mesi l'anno, siamo tra le poche località a livello internazionale (il 55% di presenze sono estere) che coniuga sci e termalismo, e poi abbiamo una cultura enogastronimica che molti ci invidiano. Quest'anno confidiamo di migliorare i numeri dello scorso anno dove abbiamo registrato una flessione contenuta tra il 2-4% per gli hotel e del 7% come presenza negli impianti»». Il giro d'affari è elevato: il turismo montano contribuisce per 1/3 al Pil della Valtellina (5,4 miliardi).
Valicando lo Stelvio si arriva in Alto Adige dove la passata stagione si è chiusa con un po' d'amarezza. Perfino la Val Gardena, dopo anni di crescita, ha segnato un calo del 13 per cento. Le previsioni sono all'insegna della prudenza: dipenderà in gran parte dalla situazione neve, i dati non ufficiali sulle prenotazioni sono al momento molto buoni, sottolineano a Selva. Stesso sentiment in Val Badia, dove la stagione si prospetta positiva, sia per le richieste della clientela nazionale, circa il 50%, sia per quella estera, dove la Germania con il 30% circa di presenze è la prima nazione estera europea, seguita da Olanda e Uk.
Anche quest'anno l'attrattività si gioca sulla gastronomia (Sciare con gusto e In vetta con gusto). A livello di impianti è stato rimodernato il Boé, assicurando un aumento della portata. In Val di Fassa, regina indiscussa in Trentino, «ci aspettiamo un 60% di presenze nazionali e un 40% di stranieri – dice Andrea Weiss, direttore dell'azienda per il turismo – l'obiettivo, vista la congiuntura nazionale e l'apprezzamento della nostra valle specie nell'Est Europa, è di raggiungere prossimamente valori vicini al 50% di italiani e 50% di stranieri». Ma è soprattutto nel comprensorio Breuil-Cervinia che l'effetto straniero fa sperare in una stagione più che rosea. L'80% di presenze lo scorso anno (Cervinia, 286mila, Valtournenche, 63mila circa) era di stranieri che hanno già dato conferma negli hotel.
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