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Questo articolo è stato pubblicato il 06 novembre 2012 alle ore 08:24.

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«È importante avere fermato la caduta senza disperdere il know how del territorio, anche se ci aspetta una fase di sostanziale stagnazione del mercato», dice Marco Goracci, segretario della Fiom di Siena. Il mancato riconoscimento formale del distretto da parte del ministero dell'Economia, ufficializzato nelle settimane scorse, non ha scoraggiato gli operatori e le istituzioni. «Abbiamo comunque ottenuto un tavolo permanente sui problemi dell'area e del settore», sottolinea Tiziano Scarpelli, assessore allo Sviluppo economico della Provincia di Siena. «Questo è uno dei più importanti poli produttivi d'Europa nella camperistica – aggiunge –. Dobbiamo aiutare i processi d'integrazione e gli investimenti sull'innovazione, insieme all'impegno di far decollare progetti infrastrutturali come lo scalo merci di Barberino Valdelsa».
Le imprese si muovono. «Stiamo pensando a un contratto di rete per l'internazionalizzazione e a una politica produttiva che leghi tutta la filiera», racconta Piero Ricci, direttore di Confindustria Siena. Sul fronte delle aggregazioni, si rincorrono le voci di un possibile interesse di Trigano per Sea e Rimor. «In Europa ci sono 2-3 operatori forti, come Trigano e Hymer, che hanno risorse per fare investimenti – commenta Bicci –. Nelle fasi di crisi i fenomeni di consolidamento tra imprese sono normali e non mi stupirei che questo avvenisse nel nostro comparto, anche se mi pare più probabile sul versante dell'indotto che su quello dei costruttori».

Bicci parla di «istituzioni attente» e della necessità di ottenere un «sostegno a livello nazionale per spingere l'export delle imprese». Anche il sistema del credito, per quanto riguarda le banche di riferimento del territorio, rivendica un'attenzione particolare alle necessità del distretto: «Abbiamo un rapporto impieghi/depositi che in quest'area è pari al 174%, cioè 265 milioni di finanziamenti contro 152 di raccolta, praticamente il doppio della nostra media», racconta Andrea Bianchi, direttore generale di ChiantiBanca, istituto di credito cooperativo che ha attivato anche plafond dedicati a investimenti in innovazione tecnologica e progetti di sviluppo internazionale.
C'è chi ha tentato una nuova riconversione, dopo quella fortunata dall'industria del mobile, puntando sul comparto della nautica che in Toscana ha una tradizione antica (dai cantieri di Limite sull'Arno a Viareggio) e nel tempo ha vissuto una crescita fortissima e molto qualificata lungo la costa, in Versilia come a Livorno.

«Alcune aziende dell'indotto del camper ci hanno provato, considerata la vicinanza del prodotto (gli allestimenti interni, ndr), ma con scarsi risultati», spiega Goracci. Anche perchè le difficoltà del mercato non hanno risparmiato il settore della nautica.
La svolta, a sentire Bicci, può arrivare dall'adozione di provvedimenti in ambito nazionale: «L'interesse da parte del pubblico non manca, come dimostra il buon andamento delle fiere e la tenuta del noleggio – dice il presidente dei produttori italiani –. Per ridare slancio al mercato penso a una rottamazione del parco autoveicoli (il 52% dei 240mila camper nel nostro Paese ha più di 10 anni); l'introduzione di un'Iva agevolata almeno per alcune categoria, come accade in Gran Bretagna con i portatori di handicap; un piano per realizzare aree di sosta e uno snellimento delle procedure per i finanziamenti all'acquisto». Un segnale da Roma sarebbe gradito. Le imprese, mentre pensano a progetti di aggregazione e a come andare sui mercati emergenti, se lo aspettano.

IL RATING DEL SOLE
IL GIUDIZIO
-Il punteggio
Attraverso una griglia di 12 variabili ciascun distretto è definito nei suoi punti di forza e di debolezza.
Il polo dei camper della Valdelsa e della Valdipesa resiste grazie alla filiera produttiva locale, e alla forte spinta dell'export. Tra i fattori che limitano lo sviluppo le dimensioni d'impresa e le scarse infrastrutture.
PUNTI DI FORZA
ALTA

-

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