Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 08 novembre 2012 alle ore 10:40.

My24

Se il manifatturiero pugliese è un'auto che corre forte sulle strade dell'export, gran parte del merito delle sue notevoli performance va attribuita al "motore": il settore chimico-farmaceutico. Chi avesse dubbi a riguardo non deve fare altro che confrontarsi con i numeri. Nel 2011 le aziende chimico-farmaceutiche del Tavoliere hanno totalizzato esportazioni per complessivi 1,8 miliardi, pari al 25,3% di tutto l'export industriale: non c'è settore che abbia fatto meglio in quanto a vendite oltreconfine.

Un dato che, alla luce dei trend in essere, dovrebbe essere confermato a fine 2012. Merito della presenza storica sul territorio di importanti multinazionali che negli anni hanno saputo creare proficui rapporti di collaborazione con le locali pmi, fino a diventare voce fondamentale dell'economia regionale. In barba alla crisi, resiste con forza lo "zoccolo duro" delle prime dieci aziende che insieme danno lavoro a 3.234 addetti diretti, rispetto a un dato totale di settore che oscilla intorno ai 3.700 lavoratori. In quanto a valore della produzione questi stessi dieci big player nel 2011, secondo il Centro Studi di Confindustria Puglia, hanno totalizzato una performance di circa 4 miliardi. Tra i giganti c'è Versalis, società del gruppo Eni leader nazionale nella produzione di polimeri intermedi, polietilene, stirenici ed elastomeri. Si tratta della prima società chimica italiana e nel suo stabilimento di Brindisi da 246 ettari lavorano circa 500 persone, cui si aggiungono ogni giorno 300 presenze medie di lavoratori dell'indotto.

Il sito pugliese fattura 1,3 miliardi l'anno, quasi il 20% del giro d'affari complessivo di Versalis. Ospita un impianto di cracking per la produzione di etilene tra i primi in Europa per consumo energetico; un impianto per la produzione del polietilene (la famiglia più diffusa di plastiche) di ultima generazione (tecnologia fase gas) e vanta una vasta gamma di prodotti per un ampio ventaglio di applicazioni. L'impianto politene è alimentato dall'etilene prodotto dallo stesso stabilimento.

Altro importante impianto per Versalis è quello per l'estrazione di butadiene, prodotto usato come materia prima destinata alla produzione degli elastomeri e destinato principalmente al sito di Ravenna. «Per il quadriennio 2012-2015 - spiega Giovanni Saporito, direttore industriale di Versalis - è in atto su Brindisi un piano di investimenti a capitalizzazione da 20 milioni, dieci dei quali riguarderanno gli ambiti di salute, sicurezza e ambiente e dieci milioni per potenziamento e miglioramento tecnologico. Nell'arco temporale dello stesso piano sono destinati ulteriori 35 milioni di euro per le manutenzioni straordinarie e le fermate generali.

Tra i vantaggi del sito brindisino - continua Saporito - c'è la forte integrazione del sito sia con gli altri stabilimenti di Versalis sia con le altre aziende attive sul territorio». Per capirci: la produzione di propilene, proveniente dall'impianto di cracking viene prevalentemente assorbita in situ dagli impianti di Lyondell Basell ed inoltre si realizza un importante interscambio di energia tra gli impianti di Versalis e la centrale di EniPower . Proprio l'americana Lyondell Basell è un altro big player: il suo sito di Brindisi produce per un valore di circa 500 milioni all'anno prodotti di imballaggio e resine di polipropilene impiegate nella costruzione di tubazioni, materiali per l'edilizia, prodotti per l'auto e per la casa. Occupa 160 addetti diretti e 80 indiretti. A Brindisi troviamo anche la ExxonMobil, company americana che produce film di polipropilene biorientato per imballaggi flessibili con 180 addetti diretti, e la big pharma francese SanofiAventis che ha un sito specializzato in antibiotici dove lavorano 209 addetti.

Di grande importanza, in quel di Bari, è la presenza di Bridgestone, multinazionale degli pneumatici a controllo giapponese: con quasi mille addetti: il suo è uno tra i maggiori siti manifatturieri per occupati della provincia. Il fatturato annuo dell'impianto si è collocato nell'ultimo biennio intorno ai 420 milioni. Ma non è tutto multinazionale il business di settore. Vedi alla voce Chimica D'Agostino che a Bari impiega 60 addetti e muove un giro d'affari di 4 milioni per il 6% determinato dall'export. «Siamo leader nazionali - spiega il patron Donato D'Agostino - nel trattamento delle acque, facciamo bere il 75% degli italiani e - conclude l'imprenditore - guardiamo con sempre maggiore interesse, per la crescita, ai mercati dei Balcani».

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.