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Questo articolo è stato pubblicato il 08 novembre 2012 alle ore 10:39.

Caldo record e siccità hanno messo quest'anno in ginocchio gran parte dell'agricoltura pugliese. È stato così per il pomodoro da industria (la riduzione produttiva è stata, in media, del 50%), per l'uva da vino (nel Salento tra il 20 e il 50%, nel Barese e in Capitanata -30%), per quella da tavola (-40% soprattutto nelle province di Bari, Barletta/Andria/Trani e Taranto), per ortaggi e frutta (-45%)e per le olive (la cui raccolta sta cominciando in questi giorni: si stima una flessione delle quantità del 50%, tenendo conto delle minori rese di olio e del danno alle piante giovani che si ripercuoterà negativamente sulle produzioni degli anni successivi). Alla regione non è rimasto che dichiarare, a settembre, lo stato di crisi e chiedere il decreto per le calamità naturali.
Il crollo dei raccolti ha avuto effetti diversi sui prezzi. Mentre nel pomodoro da industria sono rimasti uguali al 2011 (8 euro a quintale per il tondo e 9 per il lungo) e così anche per il grano duro (rese medie di 15 quintali per ettaro e quotazioni rimaste basse, a 26-26,5 euro il quintale) nell'uva da vino e nell'olio sono saliti. La vendemmia ha registrato cali quantitativi fortissimi compensati da quotazioni aumentate del 30%, sia per le uve Igt che per quelle comuni. Per l'olio di oliva l'aumento, da agosto in poi, ha raggiunto quota 360 euro per una tonnellata di extravergine novello.
I rincari, ovviamente, potrebbero avere effetti negativi sull'export agroalimentare che, proprio nel 2011, e ancora nel primo semestre 2012, è cresciuto, rispettivamente, del 17,9% (6,5 punti in più della media nazionale) e dell'11,9%. Risultati legati soprattutto al vino, venduto molto bene negli Usa dove, valigetta in mano, sono cresciuti contatti e ordini.
Lo sa bene Sebastiano de Corato, direttore commerciale della casa vinicola Rivera di Andria (zona di produzione del Castel del Monte doc), sbarcata negli Usa già nel 1964 con 855 casse di rosso stravecchio. «Per esportare – dice – bisogna far visita ai clienti, trovare patner commerciali affidabili. Ecco perché cresciamo con vini di gamma alta, come Il Falcone (rosso) e Il Preludio (bianco)». Con risultati a due cifre: +20% nell'ultimo periodo,il 10% del totale 2012 che dovrebbe attestarsi sui 3 milioni. Performance positiva anche nel difficile mercato canadese (vige il monopolio) con un +20% di export nel 2012.
Gambe in spalla anche per Alberto Longo di Lucera che in questi giorni è tornato dall'America con nuovi clienti dal Texas, Massachusetts, Maryland, Minnesota. A 7 anni dai primi passi oltreoceano, quest'anno il fatturato è addirittura aumentato del 30%,in linea con una serie storica di incrementi mai interrotta. «Nonostante la crisi – spiega Alberto Longo, revisore Kpmg e vitivinicoltore – continuo a pensare che il mercato Usa è e sarà il più promettente. Almeno per i miei vini di gamma alta. Per questo vengo qui almeno 5 volte l'anno, valigetta in mano, anche massacrandomi (questa volta 11 voli in 7 giorni) per conoscere direttamente clienti, opinion leaders, fare degustazioni».
Il fatturato crescerà di un altro 10% anche nel 2013,fino a 1,2 milioni, e la parte estera raggiungerà l'80% del totale. Sono questi risultati che fanno dire ad Antonio Galloni, critico enologico ed esponente di spicco della stampa internazionale (The Wine Advocate), che «per i vini pugliesi, soprattutto i 4 rossi più noti, non vi sono limiti alle potenzialità di successo nel mercato Usa».
A sostenere l'export agroalimentare, insieme al vino,c'è anche l'olio di oliva. Biolevante, una srl di Andria che opera da anni all'estero, il fatturato 2012 è cresciuto grazie alla parte non domestica del 10% - poco oltre i 30 milioni di euro – raggiungendo così il 60% del totale. E potrebbe aumentare ancora grazie ai contatti con un grosso importatore russo.
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