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Questo articolo è stato pubblicato il 18 novembre 2012 alle ore 08:13.

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La Procura, comunque, aspetta le carte dell'Ilva per valutarle. «Ma noi esprimiamo solo un parere – dice il procuratore capo Franco Sebastio – perché è il gip che deve decidere». Nessuna valutazione, quindi, se prima non ci sono i documenti. Tuttavia a Palazzo di Giustizia si reputa un pò strano e singolare che l'Ilva obietti che il sequestro senza facoltà d'uso non consente di realizzare le prescrizioni dell'Aia mentre invece permette di produrre, tant'è che gli impianti non si sono mai fermati dallo scorso 25 luglio.
E forse anche perchè non vedono chiaro nel futuro del siderurgico nonostante l'Aia, che i sindacati per ora frenano sulla Cig. Domani confederazioni e organizzazioni metalmeccaniche di Taranto chiederanno ai vertici nazionali di intervenire su Palazzo Chigi perché sia la presidenza del Consiglio a riprendere la questione Ilva. I sindacati temono che l'Ilva voglia solo prendere tempo e non investire. Preoccupante viene valutato il fatto che l'azienda abbia inserito nel piano Aia anche la chiusura dell'altoforno 2 benchè l'Aia stessa non l'abbia prevista, tant'è che l'intervento è stato respinto poichè "non conforme". Non è affatto scontato, quindi, che martedì ci sia accordo sulla cassa. In ogni caso, da domani partono le prime ferie forzate per gli addetti al treno lamiere e ai rivestimenti tubi e tra mercoledì e giovedì toccherà al personale dei tubifici. Cinquecento le persone inizialmente convolte sulle 2mila chieste dall'azienda.
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Settimana calda
Quelli che si aprono domani saranno sette giorni forse decisivi per il futuro dello stabilimento tarantino. Due le partite certe all'orizzonte: la richiesta di dissequestro degli impianti e il confronto con i sindacati sulla Cassa integrazione per duemila persone
La partita con la magistratura
L'Ilva appare determinata a chiedere il dissequestro degli impianti stabilito dalla magistratura il 25 luglio. Questo nonostante dal ministero sia giunta l'indicazione di procedere per gradi, iniziando ad avviare azioni e procedure propedeutiche all'applicazione dell'Autorizzazione integrata ambientale (Aia)
Il fronte sindacale
L'azienda ha denunciato il forte calo del mercato e la conseguente necessità di ricorrere alla Cassa integrazione con il coinvolgimento di duemila addetti. La scorsa settimana, però, non è stato raggiunto un accordo con i sindacati che chiedono di rimandare il provvedimento
Doppi timori
Nel confronto tra azienda, sindacati, custodi e magistratura, si intrecciano due distinte paure. Da un lato l'Ilva teme di avviare gli ingenti investimenti previsti dall'Aia e poi vedersi bloccata da ulteriori strette da parte della magistratura. Dall'altro i sindacati hanno il timore che il gruppo possa puntare a procrastinare gli interventi sul sito, per disimpegnarsi da Taranto

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