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Questo articolo è stato pubblicato il 23 novembre 2012 alle ore 06:43.

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Nell'area lucchese di Capannori si crea il 75% di tutta la carta "tissue" prodotta in ItaliaNell'area lucchese di Capannori si crea il 75% di tutta la carta "tissue" prodotta in Italia

Ma gli investimenti fatti sull'ambiente non bastano a tamponare il grande problema che ancora rappresenta la spina nel fianco del distretto lucchese, cioè l'alto costo dell'energia (il distretto consuma ogni anno 1,6 miliardi di chilowattora di elettricità e 400 milioni di metri cubi di gas). «Per anni ci hanno ripetuto che l'obiettivo dell'Italia era quello di riallineare i costi energetici a quelli medi europei, tagliando il gap del 30% – s'infervora Tiziano Pieretti, titolare dell'Industria cartaria Pieretti, produttrice del cartoncino che serve per fare "l'anima" della carta igienica, 60 milioni di fatturato 2012 (+4%) e 100 dipendenti – e invece quel gap è addirittura aumentato, e oggi l'energia costa il 50-60% in più dei nostri concorrenti europei e mette a rischio la permanenza delle aziende nel distretto». Permanenza che è minata anche dagli eterni problemi infrastrutturali dell'area, che abbracciano le carenze del trasporto ferroviario (ora si spera nel nuovo scalo merci Fs) e la mancanza di "assi viari" con funzioni da tangenziale.

È anche per questo che sull'andamento del distretto aleggia qualche nube. La flessione produttiva dell'1% registrata nel primo semestre 2012 (-4,5% il fatturato), e da imputarsi principalmente al cartone ondulato, è una spia che non si accendeva da tempo: «In Italia ormai i consumi di tissue non hanno più grandi possibilità di crescita – spiega Culicchi – e dunque neppure gli investimenti produttivi in questo comparto, che però è destinato a consolidarsi anche perché qui ci sono tradizione e risorse umane. Per il resto, c'è da recuperare la perdita produttiva nell'ondulato, e molto dipenderà dalla congiuntura».

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