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Questo articolo è stato pubblicato il 29 novembre 2012 alle ore 08:50.

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Girando per la fabbrica vediamo un basamento per una pressa diretto in Cina, turbine idrauliche in rotta per la Bolivia, rotori in attesa di essere spediti in Brasile per Petrobras. L'azienda vanta ancora degli asset di assoluta eccellenza, come ad esempio la cella di sovravelocità, un bunker alto dieci metri e chiuso da una porta di 30 tonnellate che verifica sotto vuoto i rotori e lavora tutto l'anno, spesso su tre turni, per soddisfare anche le richieste di altri costruttori che vengono qui a testare i propri manufatti. «Il nostro brand è ancora riconosciuto in tutto il mondo – spiega Dotto – e lo è grazie alla tecnologia. Ecco perché abbiamo sviluppato ancora la ricerca, con sette ingegneri che lavorano per migliorare le prestazioni delle turbine. Garantire pochi decimi di punto percentuale di efficienza in più può fare la differenza tra vincere o perdere una commessa».

Innovare per resistere
Si vince o si perde con la tecnologia ed è per questo che il cluster dedica all'innovazione una parte ingente della propria attività. Il 13% degli addetti delle aziende è impegnato infatti in attività di ricerca e sviluppo mentre il tasso di laureati nelle aziende arriva al 30%. Per l'80% delle aziende del cluster l'innovazione è finanziata con fondi propri e un terzo delle innovazioni è protetta da brevetti italiani e internazionali.
«Noi in Italia abbiamo 85 ingegneri – spiega Roberto Trifone, direttore generale di Stf – e il 14% delle ore di ingegneria è proprio dedicato alle attività di ricerca». Azione fondamentale per l'azienda di Magenta, un giro d'affari nell'ordine dei 200 milioni realizzato interamente all'estero. Il business è quello delle caldaie, dove realizzare una combustione più efficiente abbattendo le emissioni è ormai una priorità per vincere le gare.

«Per battere la concorrenza – aggiunge – bisogna sempre far qualcosa di meglio e devo dire che da questo punto di vista il territorio parte avvantaggiato perché ovunque il manifatturiero di questa zona è considerato un punto di eccellenza». I progetti di Stf portano l'azienda in tutto il mondo, dalle centrali nucleari francesi, alle grandi infrastrutture pianificate dai paesi emergenti. «I nostri ordini futuri – spiega Trifone – sono per il 100% all'estero, qui in Italia non si investe più. Devo dire che anche l'Europa in questa fase rallenta, mentre molti progetti si stanno localizzando in Medio Oriente, Asia, Nord Africa. Sono le nuove aree di sviluppo, da presidiare con attenzione per non perdere commesse importanti. E da questo punto di vista far parte di un cluster e poter mettere insieme le conoscenze di più imprese è senza dubbio un grande vantaggio».

L'unione fa la forza
Il cluster, nato nel 2009, ha conquistato da pochi giorni un importante risultato in campo europeo, ottenendo il riconoscimento di eccellenza (Bronze Label) da parte di Esca, Segretariato Generale per l'analisi dei cluster. «Ciò che ci rende ancora più orgogliosi - dichiara il Presidente di Energy Cluster, Alberto Ribolla - è il fatto di essere il primo cluster italiano ad aver conseguito tale riconoscimento, confermando la validità di una scelta fatta sin dalla nascita, cioè ispirarci ad un modello strategico ed organizzativo promosso a livello europeo. Questo riconoscimento rappresenta oggi di fatto un vantaggio competitivo». «Un obiettivo importante – aggiunge il vicepresidente Mainini – perché la Ue dirotterà proprio sui cluster una quota crescente di risorse e Bruxelles è alla ricerca di indicatori che consentano di discriminare tra le duemila realtà esistenti».
La presenza del cluster servirà anche per partecipare al bando sull'energia promosso dal Miur, mentre in termini di attività concrete già realizzate spicca il progetto di due generatori completi "standard" da uno e 15 Megawatt, con l'offerta già presentata in Russia e la possibilità di creare un'associazione tra imprese per realizzare i prodotti al momento della conferma dell'ordine.

Ma l'aver scelto una strada comune ha anche altre ricadute positive. È ad esempio in corso una gara in cui Enel Green Power chiede offerte per realizzare centrali a biomasse, gara in cui quattro aziende del cluster hanno unito le forze per presentare un progetto congiunto.
Altro caso interessante è la piattaforma comune per scambiarsi informazioni commerciali e pratiche, un portale dedicato all'internazionalizzazione realizzato in collaborazione con la Liuc e utilizzato da 27 aziende per condividere notizie, richiedere forniture, esporre opportunità all'estero cercando all'interno del cluster partner con cui operare. «È un modo utile per scambiare informazioni e mettere in comune l'esperienza acquisita – spiega Luca Donelli, quarta generazione imprenditoriale alla Donelli Alexo – ma più in generale direi che il cluster offre opportunità continue di miglioramento». L'azienda, 20 addetti e 4,5 milioni di ricavi, si occupa di rivestimenti anticorrosivi e resistenti al calore e la sua esperienza conferma la bontà dell'idea del cluster. «Tra queste aziende ci sono molti nostri clienti – spiega Donelli – e a volte un incontro informale nell'ambito del cluster diventa l'occasione per sviluppare nuovi prodotti. Grazie a questi spunti e a questi incontri abbiamo ad esempio sviluppato soluzioni per migliorare la coibentazione evitando di perdere il mercato a vantaggio di un concorrente estero, oppure studiato modi per proteggere un impianto scaldandolo solo fino a 200 gradi, come chiedeva il cliente. Devo dire che ogni volta che ci incontriamo io imparo qualcosa».

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