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Questo articolo è stato pubblicato il 05 dicembre 2012 alle ore 06:44.

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Il business del cielo cresce oltreconfineIl business del cielo cresce oltreconfine

A differenza di Merletti, qui le dimensioni consentono una spinta oltreconfine maggiore e infatti il 65% dei ricavi è realizzato all'estero. Spinta che però riesce a coniugarsi con un forte radicamento sul territorio. «Siamo qui dal 1903 – spiega Claudia Mona – e nella zona abbiamo almeno una quarantina di fornitori. Se parliamo di lavorazioni meccaniche, minuteria e componentistica quest'area è in grado di fornire competenze di altissimo livello, quindi non abbiamo alcuna necessità o volontà di delocalizzare».
Secondo Mona occupa decine di ingegneri, tutti i dipendenti sanno l'inglese, investe in ricerca il 10% dei ricavi e da dieci anni lavora sulle tecniche di lean production per migliorare la produttività. «Questi interventi – spiega l'imprenditrice – ci hanno permesso di restare sul mercato e continuare a vincere commesse. Del resto, per lavorare a questi livelli devi dare garanzie di qualità e affidabilità totali».

La spinta internazionale
Tra Lombardia e Piemonte lo scorso anno l'export legato all'aerospazio ha sfiorato i 2,5 miliardi, risultati migliorati in modo evidente nei primi sei mesi del 2012 con la Lombardia a crescere del 27,7% a 827 milioni (di cui 780 dalla provincia di Varese) e il Piemonte a quota 520, il 18% in più rispetto al 2011. Un contributo rilevante per questi risultati arriva da Agusta-Westland, con sedi lombarde in provincia di Varese a Vergiate e Cascina Costa, forte di 3,9 miliardi di ricavi, per il 91% realizzati all'estero vendendo elicotteri in 105 Paesi. L'ultimo "colpo" è di pochi giorni fa, un contratto da 90 milioni con il Governo svedese per sette elicotteri AW139 da destinare a missioni di ricerca e soccorso. Anche in questo caso risorse che in parte vanno alle aziende del territorio, con l'indotto lombardo di Agusta Westland che sfiora i 6mila addetti.

Insieme sul mercato
L'interdipendenza delle produzioni e la necessità di sviluppare filiere locali forti e tecnologicamente avanzate ha favorito nel tempo lo sviluppo di distretti regionali in Piemonte e Lombardia, nati rispettivamente nel 2005 e nel 2009. Le attività svolte spaziano dalla partecipazione congiunta alle fiere internazionali di settore al supporto per attività di innovazione e di ricerca, dalla diffusione di informazioni sulle gare internazionali al sostegno per l'ottenimento di finanziamenti. Ma su quest'ultimo versante anche la dimensione regionale ormai è insufficiente e così i cinque principali distretti nazionali hanno dato vita lo scorso settembre al meta-distretto dell'aerospazio. Cluster che così strutturato potrà partecipare al bando del ministero dell'Università e della Ricerca che prevede finanziamenti in caso di presentazione di progetti che coinvolgano grandi aziende, Pmi e Università. «In altri Paesi – spiega il presidente del Distretto Aerospaziale Lombardo e di Agusta Westland Giorgio Brazzelli – il modello del cluster è industrializzato e valorizzato e l'Italia in tutta la sua ricchezza di distretti non può restare fuori da questi fenomeni. Noi lavoriamo per questo, in coerenza con il nostro impegno di questi anni, coronato dal riconoscimento ufficiale da parte della Regione del Distretto Aerospaziale Lombardo e dai successi ottenuti nell'accesso ai finanziamenti regionali da parte delle Pmi. Anche nell'ambito del Cluster Nazionale lavoreremo per creare programmi concreti e definiti, in grado di vincere la partita dei fondi messi a disposizione dall'Unione Europea».

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