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Questo articolo è stato pubblicato il 15 ottobre 2012 alle ore 16:12.

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L'Alto Adige è oggi laboratorio: in gioco è l'uscita da una memoria identitaria di terra del margine che per un secolo ha vissuto il confine come barriera culturale e politica. Bolzano, come Trento, è tornata ai vertici delle classifiche per qualità della vita, percepita come una sorta di porto franco nei marosi della crisi grazie allo scudo protettivo dell'autonomia che oggi, in tempi di centralizzazione e di risorse scarse, soffre i primi scricchiolii (dall'1,3 al 4,1 per cento la disoccupazione). Ma ha l'opportunità di ripensarsi. Spostandosi dalla tutela dell'identità culturale rispetto allo Stato-Nazione verso un'idea di confine cerniera dello spazio europeo.

La sfida è riposizionare l'autonomia da Roma verso lo spazio europeo allargandone la dimensione transfrontaliera e rimodulando la tradizionale "politica di raccolta" etnica verso la promozione dell'autonomia della società civile e del mercato. Non è un caso che a Bolzano si siano incontrate le Confindustrie locali e di area tedesca, i due capitalismi manifatturieri d'Europa, a parlare di economia reale e di politiche industriali europee. Con uno spazio di rappresentazione da territorio-ponte lungo la direttrice nord-sud. Un sistema produttivo che sta lentamente aumentando l'export (ma ancora troppo poco) e conquistando uno spazio di posizione che dall'allargamento dell'Ue ha tratto vantaggio per la tenuta del sistema turistico, con i flussi da Est a colmare i vuoti delle presenze nazionali, mentre tiene il legame storico con l'area germanica.

Un modello di sviluppo fondato sui due pilastri del paesaggio come primo motore economico e di un sistema di welfare capillare che garantisce la tenuta della natalità. E che nell'ultimo decennio ha cercato di riposizionarsi su una via alta alla green economy fondata su cultura e ricerca. Incorporando l'agricoltura di montagna in un turismo esperienziale che mobilita la voglia di "bene-essere" del turismo metropolitano, con enogastronomia e wellness in crescita; un modello comunitario messo a valore. Sviluppando reti transfrontaliere con università e centri di ricerca tra Innsbruck, Bolzano e Trento.

Nelle terre alte tra Bolzano e Trento la green economy vive se incorpora un'idea di Europa possibile che sui concetti di autonomia e di sostenibilità possa avere un motore e un antidoto alle tendenze centralizzatrici. Come diceva Hobsbawm forse le differenze, alla fine, resistono più al centro che sui confini.

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