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Questo articolo è stato pubblicato il 15 ottobre 2012 alle ore 16:12.

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Un punto di riferimento per la green economy: l'Alto Adige copre oggi circa il 56% del proprio fabbisogno con energia pulita (escluso il traffico) e aumenterà il peso delle rinnovabili fino al 75% entro il 2020 e il 90% entro il 2050. Il fulcro è l'idroelettrico con 930 centrali (il 18% della produzione nazionale), ma sta aumentando anche il peso delle altre rinnovabili: 7 impianti eolici, 318 geotermici privati, 30 di biogas, 71 centrali di teleriscaldamento a biomassa.

E sono altoatesine alcune delle più importanti aziende produttrici di impianti per le rinnovabili, come la Leitwind di Vipiteno, "costola" eolica di Leitner Group, e la bolzanina Fri El Green, al vertice in Italia nella produzione di impianti a biogas. Le aziende green sono passate dalle 75 del 2005 alle 132 del 2006, fino alle 456 del 2011, la maggior parte delle quali attive proprio nel campo delle rinnovabili. Imprese grandi e piccole, ma anche start-up come la bolzanina Frumat, il cui titolare Hannes Parth, assieme a due soci (tra cui l'architetto Walter Pichler), dopo aver commercializzato carta costituita anche da rifiuti della lavorazione della mela, sta ora proponendo una ecopelle in parte con gli stessi materiali. Queste realtà eterogenee danno lavoro a circa 4mila addetti, il 2% degli occupati sul territorio. Per attirare o aiutare a crescere un tessuto imprenditoriale per lo più giovane (un terzo delle aziende green ha più di 5 anni, la metà meno di 10), la Provincia autonoma ha stanziato contributi diretti, fra cui quelli per l'innovazione (20,7 milioni per il 2012), nonché agevolazioni fiscali.

«Il nostro obiettivo – spiega l'assessore provinciale all'Economia, Thomas Widmann – è innalzare il livello dell'offerta su tutto ciò che è green. Penso alle aziende, ma anche al turismo, a marchi come Casaclima, all'edilizia sostenibile. Per favorire gli insediamenti delle imprese intendiamo varare una legge nel 2013 che riduca a sei mesi il tempo massimo tra richiesta e collocazione effettiva nelle nostre zone produttive, mentre le nuove imprese non pagheranno l'Irap per tre anni».

Per assistere le Pmi interessate alla location altoatesina nonché quelle già presenti sul territorio la Provincia ha costituito nel 2009 Business location Südtirol-Alto Adige (Bls), società per la consulenza su insediamenti aziendali e marketing territoriale. «Dalla sua fondazione ad oggi – spiega Petra Seppi, responsabile dell'area "business development" – sono 34 le aziende che si sono insediate con la nostra assistenza, di cui 17 tedesche e 12 italiane, molte delle quali attive proprio nella area green». Il loro arrivo è determinato da motivazioni che vanno dalla vicinanza ai mercati europei alla ricerca di laboratori qualificati, fino all'apertura di spin off per nuovi prodotti. «Il nostro compito – prosegue Seppi – è quello di accompagnarle e assisterle nella fase di start-up, creando anche contatti con professionisti e mettendole in rete con altre realtà per collaborazioni».

Proprio la possibilità di attingere al know-how dei centri di ricerca altoatesini si è dimostrata una carta vincente per attirare nuove realtà. Ricercato è il supporto offerto da Eurac, l'Istituto per le energie rinnovabili: favorisce e appoggia partner industriali nella sperimentazione e implementazione di tecnologie energetiche. Eurac conta su 10 istituti, oltre 330 addetti e collaboratori provenienti da 15 Paesi. Entro il 2014, infine, la green economy potrà contare sul nuovo Parco tecnologico di Bolzano, progetto da 50 milioni (oggetto, però, di qualche critica da parte di Assoimprenditori, secondo cui i finanziamenti sarebbero più utili per sostenere l'attività di R&S dentro le aziende anziché un progetto ad hoc). Tante idee per le imprese green, quindi. Che , non a caso, qui trovano terreno fertile.

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