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Questo articolo è stato pubblicato il 15 ottobre 2012 alle ore 16:12.

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Il nuovo headquarter di Salewa a Bolzano SudIl nuovo headquarter di Salewa a Bolzano Sud

La prima cartolina di Bolzano, per chi proviene da Trento, è centrata sulla sede di Salewa, spartiacque hi-tech fra un vigneto e l'autostrada A22. Sopra il colle, a sinistra, fervono i lavori per il nuovo termovalorizzatore da 123 milioni che sarà attivo a fine 2013 e ingoierà – non prima di averne depurato i fumi – 130mila tonnellate di rifiuti all'anno, trasformandoli in 58,8 megawatt di energia termica e 16 di potenza elettrica. Più dietro, lo Schloss Sigmundskron, l'italiano Castel Firmiano, sede centrale del circuito museale Messner mountain Museum voluto e progettato dal celebre scalatore altoatesino, sintetizza passato e futuro dell'area.

Benvenuti nella zona produttiva di Bolzano Sud, simbolo dell'Alto Adige che si sviluppa rispettando l'ambiente: un quadrilatero di edifici e aziende ecocompatibili, in cui il fotovoltaico la fa da padrone. Green economy è la parola d'ordine della politica e dell'imprenditoria altoatesina per vincere la sfida della competitività, ora che la crisi impone anche qui un cambio di passo nonostante la congiuntura resti tanto migliore rispetto al resto d'Italia da far conquistare alla provincia il primato nell'indagine 2012 del Sole 24 Ore sulla qualità della vita, bissando il successo di due anni fa. Alcuni indicatori mostrano quanto Bolzano sia avanti sul fronte ambientale.

Se nell'energia pulita il fabbisogno provinciale coperto è a quota 56% (ma 16 comuni sono già rinnovabili al 100%, secondo l'ultimo report di Legambiente) e dovrà arrivare al 75% entro il 2020 e al 90% nel 2050, nella raccolta differenziata il mezzo milione di residenti garantisce già il 54,5% contro una media nazionale del 33,6 per cento. Numeri altrettanto lusinghieri arrivano sul fronte imprenditoriale: negli ultimi anni quello delle aziende specializzate in produzioni ecocompatibili – 75 nel 2005, 132 nel 2006, 456 nel 2011, quasi 500 nel 2012 – è stato un crescendo rossiniano, ottenuto anche grazie a Bls, la società provinciale di marketing territoriale. «Se anche sul nostro territorio è stato necessario contemperare le esigenze dello sviluppo con quelle dell'ambiente – spiega Luis Durnwader, presidente della Provincia da oltre vent'anni e ormai prossimo al passaggio di testimone – penso di poter dire che quello realizzato qui sia stato un buon compromesso». Una posizione, quella del governatore, non condivisa da tutti.

Mentre verdi ed ecologisti hanno spesso accusato la Provincia di compiere eccessivi salti in avanti, anche sul fronte imprenditoriale si registra qualche malumore. Spiega Michael Seeber, presidente di Leitner Group, fresco vincitore nella categoria Technology del premio "imprenditore dell'anno" promosso da Ernst & Young in collaborazione con il Gruppo 24 Ore: «In Val Venosta ci hanno appena fatto smontare due generatori che al territorio garantivano mezzo milione di euro, i quali a questo punto verranno montati molto più a sud, in un'altra parte d'Italia. Credo di poter dire che in Alto Adige sia sempre più difficile investire anche per aziende come la nostra, che con il ramo Leitwind propone pale eoliche».

La strada, però, è obbligata: «Viste le caratteristiche del nostro territorio – chiarisce Stefan Pan, presidente di Assoimprenditori – non ci sono alternative all'economia green. Dobbiamo crescere, esportare di più, produrre e assorbire più laureati: sono proprio le aziende di questo tipo le più adatte a migliorare la nostra competitività» Partendo da queste premesse l'analisi sull'Alto Adige deve focalizzarsi su altre tre direttrici principali: il turismo, l'industria e l'innovazione, voci, queste ultime due, strettamente intrecciate grazie alla costante crescita del fenomeno start up. Sul primo fronte – quello turistico, che contribuisce al 12,7% del Pil provinciale – i timori degli operatori per l'imminente stagione invernale non hanno bloccato la politica d'investimenti infrastrutturali.

Le risorse per il sistema neve sono state, infatti, sì ridotte (20,7 i milioni stanziati nel 2012 contro il record di 70 del 2011), ma sempre più incanalate verso obiettivi di compatibilità ambientale. Va letto in quest'ottica l'investimento di Versciaco, dove un collegamento diretto fra treno e la cabinovia per il Monte Elmo intende replicare il successo ottenuto lo scorso anno sul Plan de Corones. Ragionamenti simili possono essere fatti anche per industria e innovazione, dove i progressi sono palpabili. Le start up in continua crescita e con una percentuale di sopravvivenza che sfiora il 90%, sono indice, su questo fronte, del costante aumento dell'indice di attrattività altoatesino.

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