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Questo articolo è stato pubblicato il 16 gennaio 2013 alle ore 06:43.

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ROMA
Poche priorità, su cui concentrare le risorse. Con progetti che superino il confine regionale e che guardino anche fuori dal Mezzogiorno, inserendosi in strategie nazionali ed europee. «Quando si parla di infrastrutture si ragiona guardando gli indici che sanciscono la differenza del Sud rispetto al resto d'Italia o degli altri paesi. Ma non basta: bisogna fare uno sforzo in più e immaginare il recupero del divario riflettendo anche sui completamenti necessari perchè l'infrastruttura diventi veramente funzionale e utile al territorio».
Alessandro Laterza, vice presidente di Confindustria per il Mezzogiorno, questo sforzo lo vuole fare. Così come, in sintonia con la rotta indicata dal ministro per la Coesione territoriale, Fabrizio Barca, spinge su un ruolo più attivo delle parti sociali. «Non si possono scaricare le responsabiltà solo sulla politica e sulle amministrazioni».
Prima della fine della legislatura, il ministro ha intenzione di mettere a punto una proposta per l'utilizzo delle risorse europee 2014-2020 sentendo protagonisti istituzionali nazionali, locali, e le parti sociali. Un metodo che Laterza condivide e che è stato sperimentato nei mesi scorsi per la riprogrammazione dei fondi Ue: «È stato un processo molto partecipato, con una sintesi soddisfacente».
La sfida ora si ripropone per il prossimo periodo di programmazione. «Bisogna evitare di frammentare le risorse e dobbiamo farci trovare preparati, individuando già priorità e progetti, per evitare ritardi», è la preoccupazione di Laterza. Proprio per questo ha deciso di avviare una serie di approfondimenti sui grandi temi dello sviluppo, dalle infrastrutture materiali e immateriali, alle politiche industriali. E domani in Confindustria si comincerà affrontando il tema "Gli investimenti infrastrutturali nella nuova politica di coesione", con un particolare focus sulle ferrovie. Oltre a Laterza parlerà infatti Mauro Moretti, ad delle Ferrovie dello Stato, e sono previsti gli interventi di Vito De Filippo, presidente della Regione Basilicata, in rappresentanza della Conferenza delle Regioni, del ministro Barca, del vice presidente della Commissione Ue, Antonio Tajani. Le conclusioni sono affidate al presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, mentre Massimo Deandreis, direttore generale Srm (Studi e ricerche per il Mezzogiorno) presenterà uno scenario sulla situazione economica e infrastrutturale del Sud.
Da anni si denuncia l'arretratezza del territorio meridionale nelle infrastrutture: sono stati fatti passi avanti?
Ben pochi, la promessa di una conclusione della Salerno- Reggio Calabria e l'aver messo a fuoco l'importanza di un collegamento ferroviario più rapido tra Bari, Napoli e Roma. Ma ci sono problemi di risorse e di gestione. Realizzare un'infrastruttura vuol dire fare i conti con gli enti locali, ci sono molti problemi che vanno affrontati e risolti prima di cominciare, per evitare che poi i conflitti si traducano in lungaggini e magari aumenti di spesa.
Amministrazioni, politica. Ma anche le parti sociali: devono avere un ruolo maggiore rispetto al passato?
Le parti sociali si devono impegnare per individuare le priorità, identificare una visione che vada oltre i confini regionali, e punti a progetti coordinati nazionali ed europei. La rotta indivata da Barca dovrà essere continuata anche dal prossimo governo. Non basta accelerare la spesa, cosa che il ministro ha realizzato nei mesi di governo. Vanno individuati da subito gli obiettivi per il prossimo piano Ue 2014-2020, in modo da farci trovare pronti.
Le emergenze infrastrutturali?
Unire Puglia e Campania, risolvere problemi di trasporto interno in Sicilia e in Sardegna. Per la Sardegna esiste anche la questione dei trasporti con il cosiddetto Continente.
Infrastrutture, ma anche industria: sono state chiuse nel Sud 16mila imprese e persi 330mila posti...
Le azioni sui fattori di contesto vanno unite a scelte di politica economica, puntando su imprese e lavoro. Penso ad una politica di incentivazione per la ricerca, per l'internazionalizzazione e l'innovazione.
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