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Questo articolo è stato pubblicato il 23 gennaio 2013 alle ore 10:56.

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La documentazione fotografica prodotta dall'azienda italiana Bonaveri a tutela del copyright in Cina sul manichino SchlappiLa documentazione fotografica prodotta dall'azienda italiana Bonaveri a tutela del copyright in Cina sul manichino Schlappi

Per dirimere la questione, il Tribunale di Shanghai chiede ai due contendenti di documentare l'intero processo creativo che ha portato alla progettazione, allo sviluppo e alla produzione del manichino. A quel punto, Bonaveri tira fuori dal cassetto tutte le carte che provano inconfutabilmente la paternità dello Shlappi. L'azienda cinese, invece, non riesce a portare al giudice neppure lo straccio di un bozzetto a sostegno della propria tesi.
Risultato: il 20 dicembre scorso, al termine di un breve dibattimento (la causa è durata sei mesi), il Tribunale di Shanghai ha intimato a Chunfa di distruggere tutti gli stampi e tutti i manichini contraffatti in stock, e a pagare un risarcimento di 10mila yuan (1.200 euro) per violazione del copyright detenuto dall'azienda italiana.

«Nonostante il valore simbolico della sanzione, si tratta di una sentenza molto importante perché il giudice ha fatto valere chiaramente il diritto di copyright di una società straniera, e perché ha imposto l'inversione dell'onere della prova sul contraffattore - osserva Giovanni Pisacane, avvocato dello studio Gwa che ha assistito Bonaveri -. L'altro aspetto interessante sotto il profilo giuridico cinese è che la Corte ha riconosciuto il valore dell'attività di ricerca e sviluppo svolta da Bonaveri per realizzare il suo manichino».
Il caso Bonaveri, tuttavia, mostra anche l'altra faccia della medaglia: in Cina per rivendicare con successo i diritti di copyright servono prove concrete. «Per un'azienda straniera dimostrare le proprie ragioni può diventare un'operazione diabolica perché il processo cinese è molto formalistico e si basa su rigorose evidenze documentali che spesso è difficile produrre» conclude D'Agostino.

TREND POSITIVO

Passi avanti per modernizzare la legislazione nazionale
Nonostante lo sforzo costante della Cina di modernizzare la legislazione a tutela dei diritti di proprietà intellettuale (soprattutto dopo l'ingresso nella Wto), il problema dell'esecuzione delle sentenze resta una nota dolente, legata ai gravosi adempimenti burocratici richiesti a chi presenti istanza di esecuzione. Pechino ha lavorato sulla formulazione di nuove leggi, regolamenti e misure per la tutela di marchi, diritti di autore (+37% l'incremento annuo delle registrazioni), brevetti e protezione doganale.
+37% - Diritti d'autore registrati

I RAPPORTI BILATERALI

Impegno a collaborare anche nel settore giudiziario
Sul piano dei rapporti bilaterali, si segnala la rivitalizzazione del Memorandum di collaborazione concluso a Pechino nel 2004 tra il Ministero delle Attività Produttive e lo State Intellectual Property Office cinese e la firma del secondo programma di iniziative congiunte. Tra gli impegni più significativi la cooperazione anche nel settore giudiziario con il coinvolgimento diretto dei giudici cinesi della Suprema Corte del Popolo nel processo di tutela effettiva dei diritti di proprietà industriale.
16.204 - Brevetti italiani al 2010

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