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Questo articolo è stato pubblicato il 12 febbraio 2013 alle ore 06:44.

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Le potenzialità della rete sono qui, «a portata di un sistema di distretti che oggi non ha più senso legato solo alla specificità territoriale: si può cercare quello che serve a produrre ovunque, in Italia, nel mondo». Intanto il Vega cresce, progettando città sostenibili e sempre più smart. Fra un edificio e l'altro, nell'area del parco lavorano ogni giorno circa 1.800 persone: in fondo, poco meno di quelle che gravitavano intorno alla vecchia fabbrica dei fertilizzanti.

IL RATING DEL SOLE Il punteggio: attraverso una griglia di 14 variabili ciascun distretto è definito nei suoi punti di forza e di debolezza; tra i punti di forza del Vega Park, la capacità di creare delle start up
PUNTI DI FORZA 1 CAPACITÀ DI CREARE START UP
Su 20 posti disponibili, il bando per l'incubatore ha ricevuto oltre 40 domande; per i selezionati un corso di business plan
ALTA

2 CAPACITÀ DI ACCEDERE AI FONDI
Più che bravura è necessità: il Vega non riceve alcun genere di contributo pubblico, e paga 200mila euro di Imu l'anno
BUONA

3 CAPACITÀ DI FARE RETE
Il networking è uno dei concetti base sui quali si regge il parco: le imprese presenti spesso collaborano su progetti e commesse
DISCRETA

PUNTI DI DEBOLEZZA 1 CAPACITÀ DI FARE BREVETTI
La ricerca costa, e per tradurre l'idea in realtà occorre trovare finanziatori. Alcuni progetti sono in questa fase, in attesa di sviluppi
BASSA

2 GRADO DI APERTURA
Il Vega rimane una risorsa non sfruttata a pieno dal tessuto produttivo veneto: a volte le collaborazioni sono più facili fuori regione
SCARSA

3 RAPPORTI CON IL MONDO SCIENTIFICO
La prospettiva inevitabile è una fusione con realtà quali il Galileo di Padova e Treviso Tecnologia. Ancora sulla carta
INSUFFICIENTE

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