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Questo articolo è stato pubblicato il 27 febbraio 2013 alle ore 11:32.

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C'è una faccia non ancora del tutto evidente della Toscana, che potrebbe rappresentare il propulsore della tanto agognata ripresa: è la Toscana dell'hi-tech, delle energie rinnovabili, dell'industria aerospaziale, delle biotecnologie e di molto altro ancora. Il peso di questa nuova economia viaggia intorno agli 11,5 miliardi di fatturato e, negli ultimi anni, ha creato migliaia di posti di lavoro. Una crescita spinta dalle aziende e dalle università.

«Fino a un certo punto l'innovazione è stato un processo che ogni azienda gestiva in autonomia, mentre l'università era concentrata sulla propria produzione scientifica - spiega Marco Bellandi, pro-rettore dell'ateneo di Firenze con delega al trasferimento tecnologico -. La recente evoluzione economica mondiale ha reso irrinunciabile l'incontro tra il mondo produttivo e la ricerca, che in Toscana è certamente di livello superiore alla media europea». Questa svolta è leggibile nei numeri dell'incubatore d'impresa dell'Università di Firenze, che in due anni di attività ha avviato alla fase di preincubazione 57 progetti, 33 dei quali di area tecnologica. Di questi, 14 sono i progetti già trasformati in spin-off riconosciuti, mentre altri 3 stanno per ottenere il riconoscimento.

«Ma per queste iniziative la vita è dura – commenta Leonardo Masotti, fondatore di El.En, spin-off ante litteram divenuto azienda nota nel mondo per la produzione di laser e sostenitrice di due dei progetti che hanno superato la fase di incubazione – perchè in Italia manca ancora un vera cultura delle start-up e soprattutto manca il sostegno economico. Basti dire che in Svezia ogni spin-off riconosciuto riceve 300mila euro a fondo perduto». Il settore delle energie rinnovabili ha vissuto l'espansione più rapida, trascinato dal sistema di incentivi statali e oggi vale oltre 4 miliardi di ricavi all'anno, con 10mila addetti e circa 300 imprese. Il colosso toscano delle rinnovabili é Power One Italia, "costola" italiana della multinazionale americana, divenuta il secondo player mondiale nel settore degli inverter per il fotovoltaico con oltre 200 ricercatori.

«Lo sviluppo - sostiene Luciano Raviola, direttore operativo nello stabilimento Power One di Terranuova Bracciolini, in provincia di Arezzo - sta nell'introduzione di sistemi di accumulo che renderanno le rinnovabili programmabili, più efficienti e con maggiore sicurezza del sistema di distribuzione elettrico. Una diffusione capillare dei sistemi di accumulo, oltre ad evitare gli investimenti per potenziare la rete elettrica, diluirebbe gli effetti del fotovoltaico sul sistema elettrico con conseguenze positive anche nelle altre fasce orarie». Altra area a elevato contenuto tecnologico è quella che fa riferimento alle Life Sciences (farmaceutico, biotecnologie, medical device). In questo campo, la Toscana occupa un ruolo di primo piano nello scenario nazionale. A luglio 2012, il numero d'imprese ammontava a 317, con un fatturato superiore ai 7 miliardi, grazie alla presenza di player di rilievo mondiale, quali Novartis, Menarini, Eli Lilly, Biosynt, Abiogen Pharma, Anallergo. Il comparto delle biotecnologie è cresciuto fino a dar vita ad un vero e proprio distretto biotech.

Realtà ancora poco percepita è l'industria aerospaziale, che attraversa una fase di trasformazione. Oggi in Toscana – secondo i dati forniti da ToscanaSpazio, l'associazione nata nel 2011 che riunisce 27 soggetti tra grandi industrie, università, organismi di ricerca, piccole e medie imprese - il settore vale circa 500 milioni di giro d'affari e dà lavoro a 2.500 persone altamente qualificate. Il solo comparto spaziale, genera un fatturato di oltre 210 milioni con quasi mille addetti. Tra le aziende di riferimento, operano giganti come Selex-Galileo (Firenze), che realizza sensori stellari e strumenti per la navigazione satellitare; aziende come Kayser di Livorno che partecipa al progetto dello sbarco su Marte; mentre a Carrara c'è AvMap, leader nella realizzazione di navigatori satellitari. «La nostra associazione è giovane ed è nata per far crescere un soggetto regionale che possa consentire di fare sistema e competere con i distretti già attivi in altre regioni», spiega Sabino Titomanlio, direttore di Toscana Spazio. «La trasformazione in atto sarà decisiva per il futuro - aggiunge - e la Toscana deve decidere una volta per tutte se vuol puntare su questo settore ad altissima tecnologia e specializzazione».

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