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Questo articolo è stato pubblicato il 06 marzo 2013 alle ore 10:21.

«In passato non è stato facile, ma devo dire che ora il nostro rapporto con le banche è migliorato». Vittorio Ori è decisamente ottimista, l'azienda che guida ha appena vinto una robusta commessa in India, sei milioni di euro per realizzare una nuova fonderia con un colosso industriale locale. «Li abbiamo ricevuti a Mumbai nella sede del nostro istituto di credito, e questo in effetti fa una certa differenza». Le commesse estere per l'azienda di Vittorio Ori non arrivano per caso ma soprattutto grazie all'appartenenza a Five For Foundry, rete d'impresa nata a Brescia nel 2008 unendo aziende nel settore delle fonderie. Inizialmente cinque, ora arrivate a 15, tra cui tre straniere, con prospettive di ulteriori inserimenti a breve. Le richieste di ingresso nella rete sono motivate dai risultati realizzati, che hanno visto i ricavi crescere del 37% nel 2011 e di altri nove punti lo scorso anno, con nuove assunzioni previste anche nel 2013.
La forza della rete, 548 addetti e 114 milioni di ricavi, per il 71% realizzati all'estero, è nella complementarietà delle aziende coinvolte, in grado ora di offrire al cliente un impianto chiavi in mano, evitando di proporsi esclusivamente come subfornitori di singole parti. «Senza la rete – spiega Ori – non saremmo stati in grado di accedere a grandi clienti all'estero. In Thailandia, ad esempio, il gruppo motociclistico Triumph ci ha appena chiesto di raddoppiare la prima linea di fonderia che ci aveva commissionato mentre in India abbiamo nuove commesse e altre trattative in corso con gruppi importanti. Che in passato, se avessi bussato alla loro porta da solo non mi avrebbero nemmeno ricevuto».
La rete ha avuto successo anche sul piano tecnologico, vincendo un bando Miur da due milioni di euro, di cui il 50% a fondo perduto, per sviluppare nuove applicazioni nella fusione del magnesio, ottenendo inoltre un altro finanziamento da 600mila euro attraverso i bandi Ergon della Regione Lombardia che incentivano le aggregazioni tra imprese, classificandosi al terzo posto tra 358 progetti presentati. «Le dimensioni d'impresa – aggiunge Ori – sui mercati esteri sono un problema rilevante e con la rete siamo riusciti ad ovviare a questo ostacolo. Il passo successivo sarà inserire nel "gruppo" anche una vera e propria fonderia che possa garantire al cliente le pre-serie dei prodotti in uscita dai nostri impianti. Problemi a trovare il nuovo partner? Non direi – conclude Ori sorridendo –, visto che ogni mese 4-5 aziende ci chiedono di entrare».
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