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Questo articolo è stato pubblicato il 12 marzo 2013 alle ore 11:10.

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Un dialogo tra Assoimmobiliare e Abi per affrontare insieme la questione della stretta al credito nel settore immobiliare. Associazioni di settore, strutture pubbliche e private insieme per definire, in tavoli tecnici, un pacchetto di misure per far ripartire il mercato degli immobili. Il pacchetto, articolato, laddove richieda modifiche normative andrà definito e discusso con il prossimo governo e parlamento. L'annuncio è stato dato in occasione della presentazione del rapporto «Il Risparmio immobiliare privato. Bene comune certezza», a cura dell'International University College di Torino, presentato oggi da Fondazione Italiana per il Notariato, Abi e Assoimmobiliare. Lo studio, propone un'analisi comparata del sistema immobiliare in Italia e negli Stati Uniti al fine di testarne la tenuta ed eventuali criticità.

«Considerata l'importanza economica e sociale del settore real estate e il bisogno - ha affermato Paolo Crisafi, direttore generale di Assoimmobiliare in occasione del convegno - , affinché tale industria possa uscire dall'attuale fase di crisi, di superare la stretta creditizia Assoimmobiliare ha attivato rapporti con Abi per la definizione delle principali linee guida metodologiche per sostenere il credito al real estate, con la finalità di individuare una serie di parametri che favoriscano gli istituti bancari nel finanziare progetti immobiliari meritori. Attivo il confronto con Ance in materia».

«L'agenda dei temi – ha proseguito Crisafi - prevede un'analisi del mercato immobiliare e del mercato dei finanziamenti al comparto (andamento transazioni, analisi dell'andamento della ricchezza delle famiglie e delle imprese, analisi andamento del mercato dei finanziamenti alle imprese e alle famiglie nel mercato immobiliare, un confronto internazionale) e un'analisi delle cause della riduzione del mercato (approfondimenti lato domanda e offerta)».

Negli Usa manca un controllo preventivo di legalità sugli atti
Secondo l'Fbi ammontano a oltre 3 mila miliardi di dollari le perdite causate nel 2011 dalle frodi immobiliari per l'economia statunitense. Non solo: 47,7 miliardi di dollari sono le somme pagate dalle banche americane tra febbraio 2012 e gennaio 2013 a titolo di transazione per lo scandalo delle esecuzioni forzate illecite, a danno di quasi 4 milioni di cittadini americani. Queste sono solo le ultime conseguenze negative, iniziate con la crisi dei mutui subprime, prodotte nel sistema immobiliare statunitense dall'assenza di un controllo preventivo di legalità sugli atti. Oltreoceano, infatti, i dati sulle vicende proprietarie sono parcellizzati in un reticolo non coordinato di uffici, archivi e registri locali che rendono la reperibilità delle informazioni molto ardua costringendo le parti - in mancanza di registri pubblici affidabili - ad affidarsi a diversi attori privati senza ottenere le stesse garanzie offerte in Italia. Quanto viene spesso presentato come un potenziale risparmio offerto dal sistema statunitense senza dovuti controlli standard si trasforma in costi ulteriori e danni che si ripercuotono non solo sulla singola transazione ma, per un effetto domino, potenzialmente anche sull'economia del Paese.

... e il sistema italiano: contenzioso basso
Il sistema italiano si caratterizza quindi per certezza del diritto di proprietà, corretto trasferimento dei beni con contenzioso bassissimo dinanzi all'autorità giudiziaria, tempi di trasmissione e pubblicità particolarmente accelerati e sicuri. Il patrimonio immobiliare italiano, secondo l'ultimo rapporto presentato dall'Agenzia delle Entrate- Area Territorio, ammonta a oltre 6.400 miliardi di euro a fine 2011, in media circa 4,2 volte il Pil e 3 volte il debito pubblico nazionale (pari 2.000miliardi circa). Se dunque tra gli indici di stabilità e sostenibilità delle economie nazionali si considerasse anche il risparmio privato, l'economia italiana figurerebbe tra le nazioni economicamente più stabili del Vecchio Continente. I

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