Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 12 marzo 2013 alle ore 11:18.

My24

La Valle d'Aosta si "italianizza" proprio mentre scompaiono gli italiani. Da un lato, infatti, le elezioni politiche non risparmiano alla Vallée lo tsnunami grillino anche se è l'alleanza guidata dall'Union Valdôtaine a conquistare il senatore e il deputato (e il presidente del governo regionale, l'unionista Augusto Rollandin, ricorda che la scorsa tornata elettorale era stato conquistato solo il Senato). Anche la crisi economica italiana sta provocando pesanti ripercussioni in Valle. Per questo, dal turismo all'industria, si guarda all'estero. Perché la crisi sta assottigliando la presenza dei turisti italiani, lo zoccolo duro, e sta danneggiando il turismo di prossimità, legato alla dinamica degli affitti e difficile da misurare. «Avevamo da affittare 99 settimane in alloggi – spiega Giorgio Munari, sindaco di Ayas e operatore turistico – e solo una è stata presa da una famiglia italiana. Tutte le altre le abbiamo date a turisti stranieri».

L'Europa dell'Est e del Nord rappresentano ormai un punto di riferimento fondamentale (con incrementi, nel 2012, del 32% per i finlandesi, del 19% per i danesi, del 13% per i russi). I turisti stanno saltando i tour operator per puntare al "fai da te", ma l'importante è che stanno arrivando sempre più numerosi. Mentre le seconde case, al di là delle vacanze natalizie, sono poco utilizzate dagli italiani. «Il problema del turismo nazionale – precisa Massimo Lévêque, docente di economia all'Università della Valle d'Aosta – è assai serio, per la forte contrazione dei consumi dovuta alla riduzione del reddito disponibile e ad un quadro dell'offerta locale che, per l'incremento di buona parte dei costi diretti, non permette riduzione dei prezzi».

Ne è consapevole anche Rollandin: «Stiamo cercando – spiega – di aumentare e migliorare l'offerta, per conservare la presenza degli italiani e favorire l'arrivo di stranieri anche d'estate. Puntando su chi ama camminare in quota e agevolando anche le sinergie tra rifugi e hotel». Ma per Lévêque i rischi per l'estate sono aggravati dal prevalere, oggi, di arrivi da Paesi come Francia, Belgio e Spagna, alle prese, come l'Italia, con problemi economici. Che fare, allora? L'economista suggerisce l'immissione massiccia sul mercato delle seconde case assai poco utilizzate per gran parte dell'anno, in modo da ampliare l'offerta permettendo di ridurre la spesa delle famiglie e con effetti benefici sull'indotto commerciale e dei servizi locali. Esistono, però, ostacoli allo sviluppo turistico. A partire dal servizio ferroviario e dall'aeroporto di Aosta. «Non abbiamo ancora le competenze regionali sulle ferrovie – sottolinea Rollandin – e l'aeroporto è fermo a causa di due contenziosi». Il presidente annuncia, inoltre, un intervento - insieme ad altre Regioni - per convincere la Rai ad utilizzare le previsioni meteo locali, visto che quelle nazionali sono spesso inattendibili. La Valle deve inoltre fare i conti con i tagli alla cultura che ridimensioneranno i programmi estivi, benché Rollandin assicuri che le principali iniziative rimarranno, alcune trasformate da annuali in biennali. I problemi esistono, dunque, ma la Valle è viva. Nascono e crescono gruppi musicali come gli Orage che vincono premi prestigiosi e hanno accompagnato anche Francesco De Gregori. E nuove generazioni di ristoratori rilanciano locali storici anche al di fuori delle località più rinomate, come "Pierre" a Verrés.

Nelle vallate non si rinuncia a lanciare nuovi hotel, a ristrutturare quelli esistenti, si progettano campi da golf, con un'offerta sempre più rivolta all'estero. Non sempre, però, il coraggio è sufficiente. Secondo Maurizio Goi, coordinatore valdostano di Rete Imprese, nel 2012 hanno cessato l'attività 130 aziende artigiane e commerciali, con la perdita di oltre 700 posti di lavoro. Le erogazioni da parte dei Confidi sono calate del 20%, sofferenze e incagli aumentano di quasi il 4 per cento. Per Luciano Caveri, ex presidente della Regione e uno dei leader dell'Union Valdôtaine Progressiste che si è staccata dall'Uv, la crisi economica locale «è anche stata causata da scelte strategiche sbagliate in ambito regionale» ed occorre quindi intervenire con estrema velocità per evitare che la situazione diventi drammatica. Rollandin anticipa che sono in corso trattative per nuovi insediamenti industriali avanzati a Châtillon e Arnad. Ma Lévêque avverte che «l'innovazione industriale non si può sviluppare se non con politiche di lungo periodo e con azioni di carattere orizzontale e intersettoriale».

Anche sul fronte della ricerca e dell'innovazione la Valle guarda al futuro. «In Valle – prosegue – ci sono norme valide a sostegno della ricerca e dell'innovazione. Ma questi investimenti richiedono "sentiment" positivi da parte degli imprenditori e fiducia sui mercati, anche lontani». Ed è proprio quello che manca. «Forse qualche spiraglio – conclude l'economista – si può intravvedere nella green economy, ovunque in crescita. Ma bisogna crederci ed accompagnarla con politiche coerenti in tutti i comparti, a partire dall'edilizia in gravi difficoltà».

Commenta la notizia

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.