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Questo articolo è stato pubblicato il 26 marzo 2013 alle ore 07:58.

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Le startup che trovano spazio all'interno del Polo tecnologico di Navacchio (Pisa) operano in svariati settori: dalla fisica all'aerospazio alle nanotecnologie (nella foto, uno dei laboratori)Le startup che trovano spazio all'interno del Polo tecnologico di Navacchio (Pisa) operano in svariati settori: dalla fisica all'aerospazio alle nanotecnologie (nella foto, uno dei laboratori)

«Il rapporto con le Università è guidato dalle esigenze delle imprese che all'interno del Polo, oltre a contare su un sistema di servizi avanzato, che va dalla banda larga alla copertura wireless, dalla fonia centralizzata all'auditorium, hanno l'opportunità di realizzare sinergie e integrazioni con estrema facilità – dice Giari –. Il modello organizzativo aumenta la competitività delle imprese, che infatti crescono mediamente del 20% all'anno, con punte del 40%».

I casi di successo non mancano: dalla SensorDynamics (sensori per auto), rilevata per 130 milioni di dollari nel 2011 dall'americana Maxim integrated products, alle startup Pitom (robotica) e Spacedys (si veda altro servizio in pagina). L'ingresso al Polo di Navacchio non è facile (c'è la lista d'attesa) e ha un costo: 10,50 euro al mese per metro quadrato (i lotti vanno da 40 a 800 metri quadrati), più 2 euro di condominio. «Sono condizioni di mercato, con il valore aggiunto del nostro modello organizzativo», sottolinea il direttore generale del Polo, che ha un budget di 2,5 milioni all'anno, 12 dipendenti e un Ebitda positivo, con più di 8 milioni investiti.

«È stata giusta l'intuizione di puntare al manifatturiero innovativo, recuperando una vecchia fabbrica abbandonata – commenta Luca Barsotti, assessore all'Innovazione del Comune di Cascina –: qui sono approdate e stanno crescendo aziende dell'hi-tech e startup del territorio». Il servizio d'incubazione, partito nel 2003, ha ospitato fin qui 47 soggetti (di cui 34 hanno concluso positivamente il loro percorso) e nel 2011 ha vinto il premio internazionale Best Science Based Incubator. «Il nostro è un approccio pragmatico – racconta Elisabetta Epifori, direttrice dell'incubatore all'interno del Polo di Navacchio –. Le startup ricevono un supporto organizzativo, compreso l'asilo aziendale interno, ma hanno un contratto di tre mesi rinnovabile fino a un massimo di tre anni, pagano un canone d'affitto che è il 30% più caro di quello del Polo, e devono rispettare gli impegni economici presi».

Le startup sono monitorate costantemente. «Facciamo formazione e offriamo l'assistenza di cui hanno bisogno, dall'avvocato al consulente per i brevetti – aggiunge Epifori –. Dopo il triennio, escono dall'incubatore e il 90% resta all'interno del Polo. La propensione ad aprire il capitale a investitori esterni, però, è ancora bassa».
La crescita internazionale delle imprese è al centro del nuovo piano industriale del Polo, in fase di messa a punto da parte degli azionisti. «Le aziende hanno bisogno di competenze manageriali da affiancare a quelle tecnologiche», dice Barsotti. Lo sviluppo del quinto lotto del Polo di Navacchio, già in programma, sarà pensato anche in questa ottica.

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