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Questo articolo è stato pubblicato il 09 aprile 2013 alle ore 08:56.

Roberto Snaidero è evidentemente combattuto tra opposti sentimenti. Da un lato, l'ottimismo innescato dall'apertura di questa nuova edizione del Salone del Mobile, l'evento clou a livello mondiale nel campo del design, e dall'altro lo sconforto per le prospettive delle imprese che rappresenta in qualità di presidente di FederlegnoArredo e che alla Fiera di Rho trovano l'occasione di mettersi in mostra e trovare nuovi clienti e commesse. Dice il presidente Snaidero: «Ci siamo battuti in questi mesi per ottenere misure in grado di innescare la crescita, in questo sforzo ci siamo schierati al fianco del presidente di Confindustria Giorgio Squinzi che si sta battendo, a sua volta, contro lo spettro del declino, ma non abbiamo ottenuto granché, finora almeno, anche a causa dell'instabilità politica che sta danneggiando sempre di più le nostre imprese. Un sistema bloccato, in cui non si riescono a sbloccare i crediti della pubblica amministrazione: basta guardare a quello che è successo al decreto da 40 miliardi di euro, e qui non posso non pensare al settore più colpito dal fenomeno, quello dell'ufficio, che resta tra quelli più sofferenti».

Le cifre, snocciolate a più riprese dalla Federazione, dicono sempre la stessa cosa: il mercato interno è in forte contrazione (quasi del 20% nel 2012) e per sopravvivere, o crescere, bisogna prendere la valigia e partire all'estero. Lo confermano anche i numeri del sistema legno-arredo, che dal 2007 al 2012 registrano un calo pesantissimo dei consumi interni, pari quasi al 40 per cento. Ovvio, ribadisce Snaidero perché «la contrazione delle vendite nazionali di prodotti legati alla casa va di pari passo con la crisi che colpisce tutti i comparti legati, direttamente o indirettamente, al mondo delle abitazioni, a partire dall'edilizia, a sua volta in forte crisi».

Ma si deve dare atto, a Snaidero e ai vertici di FederlegnoArredo, di aver favorito da tempo ogni manovra di conversione dell'industria del design verso i mercati esteri. «Il Salone del Mobile è l'evento internazionale per eccellenza, per il l mondo dell'arredamento. Ma tra i punti dell'agenda 2013 di FederlegnoArredo la promozione internazionale occupa di per sé un posto di primo piano, con l'organizzazione di missioni, incontri B2B e iniziative che coinvolgono tutte le anime della federazione», commenta il presidente.

L'attività di promozione internazionale prevista per il 2013 procede a gran ritmo, in particolare con il progetto di promozione della filiera legno-arredo made in Italy in Nord America, destinato a coinvolgere gli studi di architettura americani, che rappresentano i principali player mondiali dell'architettura e dell'interior design. Un'idea che avrà nel Salone la prova del nove. Al centro dell'iniziativa, infatti, c'è l'istituzione di un concorso rivolto a architetti americani under 35, insieme all'organizzazione di attività promozionali dei risultati del concorso in Italia e negli Usa. I vincitori saranno premiati durante il Salone, che saranno, al riguardo, un vero test. Perché, come ha avuto modo di dire anche Snaidero durante la presentazione del progetto, la questione mercati esteri «è talmente importante che bisognerebbe provare ad applicare il meccanismo anche ad altre situazioni».

Tanto che «i soldi sul piatto abbiamo deciso di prenderli dalle nostre tasche – ha precisato – perché, anche dopo la riforma dell'Agenzia Ice, le risorse sono insufficienti». Un filo di amarezza c'è anche a causa delle difficoltà di rapporti in alcuni mercati esteri. «Ci copiano? Vorrei ricordare che, nel precedente mandato da presidente, ho contribuito a siglare con i nostri colleghi della Federlegno cinese un accordo per tenere sotto controllo il fenomeno ed eliminare in tal modo il principale ostacolo all'espansione del nostro mercato in Cina. Per spingere le aziende italiane del settore in quel Paese non è sufficiente coinvolgere i buyers e i distributori: dobbiamo anche aprire un dialogo con le riviste di settore, gli studi di architettura e progettazione e i designer locali. Perché sono loro che possono spingere il gusto dei cinesi verso l'arredo italiano nelle varie sfumature.Non escludo l'anno prossimo una importante partecipazione alla fiera di Shanghai».

Ma FederlegnoArredo non teme che i cinesi siano già qui a tastare il nostro mercato? Non si sta perdendo tempo prezioso? «Lo sbarco in Cina dovrà essere, alla luce di queste riflessioni, ben organizzato e poi, certo, non possiamo vivere di solo export. La crisi del mobile friulano, la mia terra, lo dimostra ampiamente. La prosperità di un settore industriale deve poggiare anche su un solido mercato interno, altrimenti la spinta delle esportazioni alla lunga non sarà sufficiente a compensare le perdite domestiche». Eppure l'unica nota positiva per questo settore arriva dall'export che, pur a fatica, ha tenuto il passo. «Io non mi rassegno, non c'è tempo. Non si può pensare che il sistema possa reggersi contando esclusivamente sulle esportazioni. Le idee e le richieste ci sono, il Governo no. È necessario rilanciare i consumi interni. Chiederemo al prossimo Esecutivo di includere anche gli arredi tra le opere ammesse alla detrazione Irpef per gli interventi di ristrutturazione edilizia.

Una proposta fino a oggi ignorata dal mondo politico, nonostante la comprovata assenza di oneri per lo Stato». Su questo punto Snaidero insiste: è una misura in grado di generare un incremento dei consumi nazionali di arredamento del 20%, vale a dire di circa 1,2 miliardi di euro, e questo consentirebbe un recupero del crollo registrato dal 2007 a oggi. Forse un po' di ossigeno ci vuole, ma basterà l'ottimismo del Salone a compensare prospettive tanto fosche? Di certo il presidente non può dimenticare che «si è puntato su altre iniziative per fare ripartire il Paese, ignorando proposte serie che darebbero respiro a decine di migliaia di lavoratori e famiglie alle prese con la crisi più dura dal dopoguerra». Né fa sconti «a chi ha puntato solo al consenso popolare senza avere a cuore il bene dello Stato».

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