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Questo articolo è stato pubblicato il 09 agosto 2013 alle ore 06:52.

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Una cooperativa per ripartire, non disperdere le competenze acquisite, e salvare posti di lavoro trasformandosi da dipendenti a soci. Una via che trova sempre più spazio a Nord-Est: solo dall'inizio del 2013 sono state una quindicina le consulenze richieste ai funzionari della Lega regionale delle cooperative e mutue (nel 2012 se ne erano contate in tutto una ventina). Spiega Devis Rizzo, responsabile del Settore produzione lavoro di Legacoop Veneto: «Veniamo contattati sempre di più da imprese in difficoltà, spesso dai sindacati o da gruppi degli stessi lavoratori, che ci sottopongono l'ipotesi di costituire una cooperativa per rilevare l'attività. Nei prossimi mesi potremo valutare i primi esiti di questi percorsi. La persistenza della difficile situazione economica ci fa pensare che verremo contattati da un numero crescente di aziende».
In realtà, molte di queste iniziative si interrompono ai primi passi: «Due sono i requisiti per procedere – sottolinea Rizzo –. Una piena consapevolezza da parte dei protagonisti di cosa comporti lasciare la veste di dipendente, e in secondo luogo un business che stia in piedi, perché se la sostanza manca non c'è coopoerativa che tenga».
Entrambe le condizioni sembrano essere soddisfatte nel caso del gruppo dei lavoratori della Helios Technology di Carmignano di Brenta e della Ecoware di Padova, aziende dichiarate fallite negli scorsi mesi dopo essere state fiori all'occhiello del cosiddetto distretto del fotovoltaico dell'Alta Padovana, ormai ridotto ai minimi termini. Il default delle due realtà, seguito al fallimento del gruppo multinazionale Aion Renewables di cui entrambe facevano parte – che ha comportato la perdita del lavoro per le centinaia di impiegati nei due siti produttivi –, potrebbe lasciare il posto a un gruppo di neoimprenditori di se stessi.
L'idea è quella di proseguire non tanto nella produzione di componenti, ma nella progettazione e manutenzione di impianti anche di piccole dimensioni: «Trovare i ricambi, o commissionare la manutenzione, sostituzione o pulizia dei pannelli solari per chi li ha, richiede un servizio costante – prosegue Rizzo –. Sostanzialmente, si tratterebbe per loro di convertirsi da dipendenti di un'azienda di produzione a piccoli artigiani, lavorando prevalentemente per conto terzi con una struttura aziendale agile e leggera».
I primi incontri, in accordo con la Fim Cisl di Padova che segue sindacalmente i lavoratori interessati, si sono già tenuti, e il quadro che emerge è positivo: non è escluso che dalla crisi di Helios e Ecoware nasca un'unica cooperativa a carattere "multiutility". Ora si attende la risposta del curatore fallimentare, con il quale si sta verificando la fattibilità dell'eventuale acquisto di alcuni macchinari e software e, forse, di uno dei due marchi: una risposta definitiva sul progetto arriverà a settembre.
Un precedente di successo al quale guardare c'è già, sempre in Veneto: ad aprire la strada è stata la D&C Modelleria, società cooperativa di Vigodarzere (Padova), nata dal fallimento dell'ex Modelleria Quadrifoglio Srl avvenuto nel maggio 2010. Per continuare l'attività i dipendenti, nell'agosto dello stesso anno, si erano costituiti in cooperativa, "affittando" dal curatore fallimentare l'azienda per dodici mesi con proposta irrevocabile di acquisto entro tre anni. La cooperativa è riuscita a rilevare il ramo di azienda dopo un solo anno e oggi produce stampi e modelli per fonderie, in legno, resina, alluminio, ghisa e acciaio.
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