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Questo articolo è stato pubblicato il 06 settembre 2013 alle ore 08:10.

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È la prima delle nostre priorità e non l'unica . E soprattutto si inserisce in una visione dove il digitale rappresenta il futuro di tutta la macchina amministrativa dello Stato. Da qui passa molta parte della crescita del Paese. L'altra priorità è quella della fatturazione elettronica verso la Pa. L'Agenzia diretta da Agostino Ragosa ha già fatto molto lavoro e nel giugno di quest'anno è stato emesso un decreto attuativo che consente di partire con la sperimentazione. L'altra priorità, e siamo a tre, è quella relativa all'identità digitale, per semplificare e rendere più sicura l'interazione con la pubblica amministrazione.
Si parla dunque di tre priorità. Però i ritardi nell'attuazione dell'Agenda digitale sono riportati innanzitutto dai numeri, con i decreti attuativi previsti dal decreto crescita 2.0 del Governo Monti in larga parte non ancora adottati.
Questo è evidente e la sfida dei decreti attuativi resta. Ma il voler decidere alcune priorità puntando a esse va proprio nella direzione di cambiare marcia. Non si può fare tutto e subito. E allo stesso tempo è necessario intervenire. A ogni modo, se parliamo dei ritardi del sistema Italia sul fronte innovazione e digitale, non bisogna trascurarli ma non bisogna neanche dimenticare che ci sono eccellenze e punte di avanzata esperienza digitale che anche l'Europa stessa ci riconosce. Penso ad esempio al Registro delle imprese o al Fisco. Il problema dell'Italia è stata la mancanza di presidio sull'architettura complessiva. Si sono continuati a fare tanti pezzi di un sistema che hanno difficoltà a parlare fra di loro. Farli dialogare con linguaggi e sistemi standardizzati è la vera sfida da vincere.
A proposito di duplicazioni, in molti si sono chiesti la ragione della nomina di un commissario a fianco dell'Agenzia.
L'intento del premier Letta era invece proprio quello di far capire la strategicità del tema.
Resta il problema risorse. Il decreto del fare ha sottratto 20 milioni al capitolo banda larga.
Ho informazioni sul fatto che il Governo ha l'intenzione di provvedere con la Legge di stabilità. Comunque 20 milioni non risolverebbero i problemi della banda larga. Detto questo, il tema delle risorse va tenuto ben presente ma soprattutto in un altro senso.
Quale?
È stato uno degli argomenti trattati con la Kroes. Per i prossimi sette anni ci sono 80 miliardi di euro dalla Ue destinati al capitolo innovazione per tutti i Paesi membri. Occorrerà arrivare all'appuntamento preparati. Così come occorrerà decidere come comportarsi con i 30 miliardi di euro di fondi strutturali destinati all'Italia. Lì è una decisione del Paese e della sua componente politica capire quanta parte di questi dovranno essere pensati per migliorare sul fronte digitale. E da ciò dipendono tante cose.
@An_Bion
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IL QUADRO
L'Agenda digitale
La Commissione europea definisce Agenda digitale la strategia per una fiorente economia digitale entro il 2020. Il piano europeo include 101 azioni organiche raggruppate in 7 pilastri. L'Italia, come ogni Paese membro, deve elaborare una propria strategia di recepimento, individuando le priorità e le modalità di intervento. La cabina di regia per l'Agenda digitale italiana è stata istituita il 1° marzo 2012 con decreto interministeriale
Gli sviluppi
Nel decreto crescita 2.0 sono previste le misure per l'applicazione concreta dell'Agenda digitale. I principali interventi sono previsti nei settori: identità digitale; Pa digitale/Open data; istruzione digitale; sanità digitale; divario digitale; pagamenti elettronici e giustizia digitale. A metà giugno Letta ha individuato Francesco Caio come Mr Agenda digitale. Con il decreto del fare Caio è stato nominato commissario per l'attuazione dell'agenda digitale

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